Lega Araba e Unione Africana: no al processo al presidente sudanese Bashir

Roberto Imbastaro

La crisi innescata dal procuratore della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja, Luis Moreno Ocampo, con la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente sudanese Omar al Bashir per genocidio e crimini di guerra in relazione al Darfur, continua. Da Addis Abeba, dove è in corso una riunione del Consiglio di Pace e Sicurezza della Unione Africana arriva un monito: “Non compromettere il processo di pace in atto in Sudan”. La richiesta dell’UA al Consiglio di Sicurezza dell’ONU è quella di rinviare  il processo della Corte penale internazionale dell’ Aja contro il presidente del Sudan, Omar al-Bashir. "Abbiamo chiesto un rinvio in base alle regole dello statuto di Roma – ha dichiarato il ministro degli Esteri nigeriano, Ojo Maduekwe –  perché secondo l’ articolo 16 del trattato istitutivo della Corte dell’Aja,  ratificato a Roma da sessanta Paesi, nessuna inchiesta e nessun processo può iniziare durante i 12 mesi successivi a una richiesta in tal senso che il Consiglio di Sicurezza presenti alla Corte dell’ Aja”. Da Khartoum, con lo stesso obiettivo si è espressa la Laga Araba attraverso il proprio segretario Amr Mussa, nella capitale sudanese per illustrare a Bashir il piano messo a punto dalla Lega. Il segretario della lega Araba si è rivolto a tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Cina, Russia e Gran Bretagna invitandoli ad intervenire. Amr Mussa preseguirà nella sua azione diplomatica proprio ad Addis Abeba e poi all’Onu. Per Lega Araba e Unione Africana l’obiettivo è unico: evitare al momento un processo a Omar al-Bashir che potrebbe avere conseguenze catastrofiche per il continente africano.