Microsistemi ottici, su piazza i nuovi prototipi

Riccardo Fraddosio

    L’Enea ha presentato il progetto “Microsistemi ottici per ambienti ostili” (Miao), un lavoro di ricerca scientifica che ha condotto allo sviluppo e alla sperimentazione di prototipi tecnologici d’avanguardia. Nel corso della presentazione è stata fatta una breve dimostrazione volta a verificare in che misura questo risultato potesse soddisfare i requisiti di applicabilità nel campo pratico, in particolare nei settori del controllo ambientale, della security, della protezione civile, dell’industry e, grazie soprattutto ai vantaggi offerti dalla miniaturizzazione della spinta, in quello della sensoristica per satelliti. “Questa riunione aveva lo scopo di dare una panoramica su quella che è, oggi, l’offerta della ricerca di base – ha spiegato la dottoressa Roberta Fantoni di Enea, parlando ai numerosi invitati del mondo delle istituzioni e dell’industria –. Noi abbiamo mostrato quali sono le nostre capacità: ora sta a voi indicarci la strada più giusta per dirigere questo risultato verso una prospettiva di applicabilità”. Il giudizio dei presenti è stato perlopiù positivo: “Sono rimasto molto impressionato – ha confessato Alberto Sarti, Direttore Tecnico della Selex Galileo (gruppo Finmeccanica) –. Ora è necessario dare concretezza a questo progetto in modo che possa essere utilizzato in termini di business”. Secondo Giorgio Assennato, Direttore Generale dell’Arpa Puglia, “sono di notevole interesse i due progetti Miao di monitoraggio del territorio e dell’acqua”, e De Bernardinis, Vice Capo del Dipartimento Area Tecnico Operativa della Protezione Civile, ha spiegato che occorre sostenere la ricerca di alta qualità e che ciò è necessario soprattutto al fine della tutela del cittadino. Il progetto Miao nello specifico è il prodotto virtuoso della collaborazione fra Enea, Cnr, Centro Laser, Centro Sviluppo Materiali, Centro Ricerche Fiat, Itc-Irst e Quanta System, ed è stato realizzato grazie ai finanziamenti per la ricerca di base. Il frutto di questo lavoro specializzato, il quale, vale la pena ricordarlo, è costato quattro anni di attività intensa, sono state la realizzazione di quattordici nuove strumentazioni, otto metodologie scientifiche avanzate documentate da abbondanti pubblicazioni, otto software innovativi e, nel complesso, un forte contributo all’innovazione di beni e servizi. Per quanto riguarda la sicurezza ambientale e il controllo del territorio, inoltre, queste nuove metodologie potrebbero condurre ad un modo più efficiente di rilevare l’amianto, un monitoraggio che attualmente si esegue dall’aereo e che, proprio perciò, è in grado di fotografare solo grandi aree. Un più preciso rilevamento dell’amianto darebbe invece la possibilità di smascherare con maggiore facilità le discariche abusive, mettendo su campo un ulteriore mezzo per contrastare i traffici della criminalità organizzata e tutelando in questo modo la salute dei cittadini.