Milano, la GdF scopre appalti truccati per telecamere e semafori

Paola Fusco

I finanzieri del nucleo di Polizia tributaria del Comando provinciale di Milano hanno eseguito quattro misure di custodia cautelare nei confronti di altrettanti amministratori di imprese che fornivano agli Enti locali i dispositivi elettronici per la rilevazione di infrazioni al codice della strada, tra cui anche i cosiddetti “T-Red”. Le accuse sono di associazione a delinquere e turbativa di commesse pubbliche: sarebbero state accertate infatti manipolazioni di appalti di 29 comuni ubicati sull’intero territorio nazionale. In alcuni casi, in accordo con gli amministratori pubblici, venivano invitate alla trattativa privata per l’affidamento della fornitura delle telecamere e degli autovelox soltanto le imprese affiliate al cartello gestito dagli arrestati; in altri casi, invece, venivano inseriti nei bandi di gara requisiti tali da escludere di fatto le aziende estranee al cartello. Secondo la ricostruzione dei fatti, i omuni non acquistavano direttamente i dispositivi elettronici ma li noleggiavano, remunerando le imprese fornitrici con una percentuale sulle contravvenzioni elevate grazie ai dispositivi opportunamente tarati dalle aziende vincitrici degli appalti. Avrebbero quindi posizionato le apparecchiature non in zone “sensibili” (scuole, giardini pubblici), ma presso strade a scorrimento veloce, allo scopo di garantirsi una maggiore remuneratività. Gli accertamenti hanno riguardato ben 130 comuni, sono state denunciate 21 persone: oltre ai 4 arrestati (per cui si procede anche per subappalto irregolare), risultano iscritti nel registro degli indagati 17 pubblici ufficiali, responsabili comunali delle gare di appalto. Per 4 di loro, sono stati contestati anche l’abuso di ufficio e il peculato.