Minicar e sicurezza, parla Aiscam

red

Un altro ragazzo ha perso la vita a bordo di una minicar. È successo nel fine settimana vicino Bologna ed è l’ennesima tragica notizia che contribuirà a rinfocolare le polemiche sulle vetture: “Il vero problema delle minicar però" spiega Filippo Moscarini, presidente di Aiscam, Associazione italiana sicurezza circolazione automezzi e moto "è che se fossero utilizzate come piccoli veicoli utilitari idonei per il trasporto di merci e passeggeri nei centri urbani se ne parlerebbe assai meno. Del resto, da sempre esistono i tre ruote, che hanno una stabilità anche inferiore, ma dei quali non si parla perché sono in mano a guidatori più maturi”. “Le minicar invece, soprattutto nelle grandi città italiane, sono finite in mano ai ragazzi, e nel tempo hanno assunto la fisionomia di vere e proprie automobili, senza averne, per motivi intrinsechi con la loro natura di ciclomotori a quattro ruote, le caratteristiche di sicurezza”. “Allora educhiamo i ragazzi con specifici corsi e con un apposito test pratico per conseguire il patentino -che potrebbe arrivare nel 2013- a gestire nella maniera più adeguata questi veicoli. E rendiamo più scarne le vetturette, investendo i soldi risparmiati su dotazioni tecniche di sicurezza, come l’ABS. Senza aumentare comunque il peso dei veicoli. Perché altrimenti si ricadrebbe nella tipologia dei quadricicli pesanti, che già esistono, sono equiparati ai motocicli e si guidano a 16 anni con la patente A1!”. Secondo l’associazione inoltre non si può parlare di carenze normative, né ipotizzare norme nazionali d’omologazione più severe: "la materia è normata a livello comunitario ed esiste un principio di libera circolazione delle merci e di mutuo riconoscimento delle omologazioni. Si può invece intervenire nella fase attuale, inserendosi nel lavoro che la Commissione Europea sta conducendo per introdurre nel 2013 nuove prescrizioni omologative di tale tipologia di veicoli.