‘Ndrangheta e narcos, centinaia di arresti

Tiziana Montalbano

Quintali di droga dal Sudamerica all’Italia, con guadagni per milioni di euro: la ‘ndrangheta era
riuscita a rafforzare la la sua leadership nel traffico controllando l’importazione della cocaina fino in Italia grazie ai propri affiliati, che da Usa e Canada gestivano i rapporti con il cartello del golfo messicano. È quanto accertato dall’indagine “Solare” – condotta dai carabinieri del Ros, affiancati in un anno e mezzo di indagini dalle agenzie statunitensi Fbi, Dea e Ice – che ha portato all’arresto di oltre 200 persone e al sequestro di 16 tonnellate di coca e di 57 milioni di dollari, in un’operazione condotta tra Usa, Italia, Messico e Guatemala. Nel filone italiano dell’inchiesta sono state 16 le persone fermate, su disposizione della Dda di Reggio Calabria, tra New York e la Calabria. L’ inchiesta, ha detto il vice capo del Ros, Mario Parente, ha messo in luce l’importanza del Messico nelle nuove rotte della cocaina colombiana verso l’Europa”. Mentre in passato, infatti, erano emersi contatti tra ‘ndrangheta e organizzazioni paramilitari colombiane, come Farc e Auc, la pressione investigativa ha costretto i narcotrafficanti a trovare nuove aree per lo stoccaggio della pasta di coca. E questa opportunità, spiegano gli investigatori, è stata trovata soprattutto in Messico, dove le organizzazioni di trafficanti, e in particolare il ‘Cartello del Golfo’, sono risultate in grado di assicurare il necessario controllo del territorio anche attraverso l’impiego di sanguinari gruppi mercenari, come “Los Zetas”. Le indagini hanno accertato, anche attraverso un capillare lavoro di intercettazioni telefoniche, come la ‘ndrina degli Schirripa, che sembra importasse dai Los Zetas dieci chili di coca al mese, fosse affiliata a un consorzio di cosche della ‘ndrangheta in grado di movimentare enormi carichi di droga. Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, ha detto che l’indagine “conferma la validità dell’intuizione che fu di Giovanni Falcone che vedeva proprio negli Usa il punto di partenza per colpire le organizzazioni criminali mafiose”. “Desta impressione – ha aggiunto Giuseppe Pignatone, procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria – il rapporto strettissimo tra personaggi della ‘ndrangheta calabrese, e i grandi narcotrafficanti messicani e colombiani. E’ la dimostrazione della pericolosità della criminalità calabrese, in grado di arrivare da piccoli in tutto il mondo con estrema facilità”.