Nucleare: il Governo impugna tre leggi regionali

Rosalba Bucciarelli

Il ritorno al nucleare, punto fondamentale del Governo Berlusconi, continua a far discutere. Su proposta del Ministro Scajola, il Governo ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l’installazione di centrali nucleari nei loro territori regionali.

Secondo il Ministro è necessario impugnare oggi le tre leggi “per ragioni di diritto e di merito”. 

“Per ragioni di diritto” perché, come ha spiegato il Ministro, le tre leggi violano l’art. 117 comma 2 della Costituzione, poiché non riconoscono allo Stato l’esclusiva competenza di ciò che riguarda la tutela dell’ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza e intervengono autonomamente per la gestione di una materia concorrente con lo Stato quale è la produzione, il trasporto e la distribuzione di energia elettrica. Le leggi vanno impugnate poiché potrebbero costituire un precedente che potrebbe spingere nel tempo altre Regioni ad adottare decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per la crescita e la riqualificazione del Paese.  

"Nel merito", ha poi continuato Scajola poiché il ritorno al nucleare è alla base del programma del Governo Berlusconi per rispettare gli impegni presi in ambito europeo che prevedono la riduzione dei costi energetici per le famiglie e per le imprese, di contrastare il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra, e di garantire la sicurezza energetica. 

Il ministro Scajola ha inoltre ricordato che "al prossimo Consiglio dei Ministri del 10 febbraio ci sarà l’approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l’altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari".  

Il Consiglio dei Ministri prenderà in esame, con richiesta di impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale ex art. 127 della Costituzione le leggi delle Regioni Puglia n. 30/09, Campania n. 2/10 e Basilicata n. 1/10.  Il ministro Scajola ha sottolineato inoltre che: "le tre leggi regionali sono censurabili poiché, in assenza di intese con lo Stato, precludono l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché l’installazione di depositi di materiali e rifiuti radioattivi".  

La questione del nucleare riveste una grande importanza, non solo per il programma del Governo Berlusconi, ma perchè è anche uno dei punti fondamentali nei rapporti fra le competenze statali e quelle regionali: “L’art. 7 del decreto-legge n. 112/2008, convertito in legge n. 133/2008, definisce la strategia energetica nazionale posta in essere, perseguendo, fra l’altro, l’obiettivo della realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare", continua il Ministro Scajola ricordando poi che "le tre leggi regionali sono lesive della competenza esclusiva attribuita allo Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, nonché nell’ambito della sicurezza e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)".  

Il Ministro Scajola ha concluso poi le sue dichiarazioni rilevando che già la Corte Costituzionale si è pronunciata con le medesime conclusioni.