Ogm, la tv non ne parla

Paola Fusco

Gli italiani vorrebbero saperne di più sugli organismi geneticamente modificati perchè temono rischi per la salute e gli organi di informazione non dedicano spazio sufficiente all’argomento. Questo è quanto emerso dalle indagini commissionate dalla Fondazione diritti genetici a Demopolis e Datalab e presentate ieri in un convegno presso la Camera dei Deputati. In particolare, dall’analisi effettuata dall’istituto di analisi dei media Datalab, è risultato che nel mezzo di comunicazione più fruito, la Tv, su 30 ore di programmazione, soltanto due nel palinsesto, pari al 6,7% del totale, sono state dedicate a notizie su qualità del cibo, sicurezza alimentare e Ogm. “Poiché l’80% degli intervistati vorrebbe avere specifiche rubriche settimanali informative su questi temi, già domani – ha annunciato il presidente della Fondazione Diritti Genetici, Mario Capanna, – chiederò, sia alla Rai che all’Ordine dei giornalisti, più spazi dedicati per approfondire i temi della qualità agroalimentare, la sicurezza a tavola e quello degli Ogm e delle loro ricadute”. Del resto, a fronte di questo interesse diffuso “manca una divulgazione davvero adeguata alla forte istanza informativa dei consumatori”, ha sottolineato la ricercatrice dell’Università di Salerno, Grazia Basile. Dal monitoraggio dell’attenzione della carta stampata per i temi della qualità del cibo, nell’autunno 2007 durante la Consultazione nazionale su Ogm e modello agroalimentare promossa dalla Coalizione “ItaliaEuropa liberi da Ogm”, emerge che giornali e periodici offrono ai lettori un’informazione discontinua, spesso poco approfondita e con tecnicismi senza spiegazioni. “Le fonti – afferma la ricercatrice – spesso non sono menzionate e il taglio degli articoli è quasi esclusivamente politico, con metafore belliche o sportive che evocano guerra, più che un sano confronto tra le parti. La maggior parte degli articoli poi, su un tema che incide sull’alimentazione quotidiana di tutti, presuppone da parte del lettore un livello di conoscenze medio, se non medio-alto, e ha come protagonisti i politici (46,8%) e i rappresentanti di organizzazioni”. Dati alla mano, sugli Ogm, ha osservato il presidente della Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) Roberto Natale, “è prevalsa la dimensione politica della questione, altre volte quello dello ‘strano ma vero’, con la cronaca che sul ‘cosa finisce nel piatto’ sembra aver perso il metro della rilevanza sociale”.