Ottobre, mese della sicurezza. Il cloud è sicuro? Il punto di vista di Proofpoint

redazione

Il panorama della cybersicurezza è in continua evoluzione e tenere il passo non è semplice. La protezione ha un impatto diretto sulla reputazione e sui risultati di business di un’azienda, quindi è sempre più importante affrontare gli argomenti e le sfide di sicurezza in modo che tutti possano comprenderli, anche le figure meno tecniche.

Ottobre è il mese della sicurezza e in questo articolo Proofpoint risponderà alla domanda: il cloud è sicuro?

I rischi del cloud computing

Il cloud computing ha trasformato il modo in cui le aziende utilizzano, archiviano e condividono i dati, introducendo nuove minacce e sfide. A causa del volume di dati salvati nel cloud, è diventato naturalmente un obiettivo dei cybercriminali.

Ad esempio, strumenti cloud come Office 365 e GSuite sono ottimi a livello di collaborazione ed efficienza, ma se la persona sbagliata dovesse accedervi dall’account di un dipendente, un’azienda sarebbe davvero a rischio.  Non solo perché l’aggressore avrebbe accesso ai dati sensibili nel cloud, ma perché potrebbe procedere con il furto dell’identità degli impiegati. Un account cloud compromesso può portare a frodi, violazioni dei dati e molto altro.

I più colpiti in azienda

Si potrebbe pensare che gli unici bersagli siano dirigenti e manager di alto livello, ma la ricerca di Proofpoint ha rivelato che il 60% circa degli attacchi ha coinvolto collaboratori e middle management.  I dipartimenti più colpiti sono operations e produzione, management e R&S/engineering.

Tecniche di attacco

I cyber criminali utilizzano numerose tecniche per ottenere accesso al cloud. Qui di seguito i tre metodi più comuni:

  1. Violazione dei dati

È la divulgazione intenzionale (o meno) di dati confidenziali in ambienti pubblici o non sicuri. Questo rischio non è esclusivo del cloud computing, ma è tra le prime preoccupazioni dei clienti di questa tecnologia. Le violazioni possono includere l’esposizione di informazioni e brevetti aziendali, dati personali sanitari, finanziari, proprietà intellettuale.

  1. Attacchi phishing per furto delle credenziali

L’obiettivo di questi attacchi è il furto di credenziali degli utenti, attraverso l’appropriazione dell’identità di un’azienda di fiducia e la richiesta dei dati di login dell’account cloud su un sito fittizio.

Circa una persona su quattro aprirà un’email di phishing e oltre il 10% cliccherà il link pericoloso o aprirà l’allegato “armato” incluso nel messaggio. Ciò significa che a un aggressore è sufficiente inviare dieci email per avere il 90% delle probabilità di colpire un utente.

  1. Brute Force Attack

Un brute force attack è un metodo utilizzato per individuare una password di accesso inserendo tutte le possibili combinazioni fino a trovare quella giusta. È un procedimento più lungo rispetto al phishing, ma spesso si rivela efficace, in quanto molti utenti utilizzano la stessa password su diversi account.

 

 

Luca Maiocchi, Regional Sales Manager Italy