Permessi di soggiorno: le questure in ginocchio

Tiziana Montalbano

Sono oltre un milione le richieste di permessi di soggiorno che attendono una risposta.
Un ingorgo che sta portando al collasso le questure d’Italia a causa di un sistema di rilascio e rinnovo troppo macchinoso.
La direttiva in questione, voluta dal governo Berlusconi e approvata nel dicembre del 2006, prevede un termine di 20 giorni d’attesa dalla data di presentazione della domanda di rinnovo con una convenzione di lavorazione delle pratiche tra Poste e Viminale.
Al 9 gennaio scorso la situazione risulta allarmante con 1.310.072 richieste e solo 372.569 accettate, tanto da far ammettere allo stesso ministro dell’interno Giuliano Amato che il procedimento di rinnovo dei permessi è “costoso e zoppicante”.
Il punto cruciale dove il tubo digerente delle pratiche si restringe fino ad intasarsi è l’ufficio di questura: quì sono già arrivate elettronicamente 1 milione e 200 mila pratiche lavorate in prima istanza da Poste Italiane, la quale ha competenza proprio nella fase iniziale dell’iter.
Di questo milione circa 60 mila richieste sono ferme e disponibili sui portali delle questure a causa di anomalie determinate dalla mancata compilazione di un campo obbligatorio.
Le colpe delle inadempienze però non possono essere esclusivamente imputate alle questure, le quali hanno anche il compito di rilevare le impronte dei lavoratori extracomunitari (840mila già archiviati), aggravate dai ritardi nella prima convocazione dell’immigrato che, secondo i sindacati, è di oltre nove mesi.
La soluzione a tutto questo secondo Marcella Lucidi, sottosegretario dell’Interno, potrebbe arrivare con l’approvazione della nuova legge sull’immigrazione all’esame della Camera (la Amato – Ferrero), la quale prevede il passaggio delle competenze dalle Poste ai comuni e un allungamento della durata del permesso.
Nel frattempo dal Ministero dell’Interno fanno sapere che è stata avviata una collaborazione con Poste e Anci per anticipare la sperimentazione su alcuni comuni e velocizzare l’iter della procedura.