Public speaking: ai tempi del Covid-19, in Italia boom di videomaker improvvisati

redazione

Visibilmente presi dagli aspetti tecnici e ossessionati dal numero delle visualizzazioni. Poco naturali nella voce e nei gesti, più preoccupati di fare bella figura che dell’importanza di attirare l’attenzione e far arrivare il messaggio. Per Massimiliano Cavallo, uno dei maggiori esperti italiani di Public Speaking, ideatore del Metodo Public Speaking Top e autore del libro “Parlare in Pubblico Senza Paura”(Anteprima Edizioni) questi sono alcuni degli errori più comuni dei tantissimi videomaker improvvisati ai tempi della pandemia Covid-19. Uno degli strumenti che ha visto un vero e proprio boom da quando è iniziata l’emergenza sono i video”, riferisce l’esperto.

“Dalla didattica a distanza per gli studenti alle lezioni di cucina, dai corsi di fitness a quelli di meditazione, dalle conferenze stampa alle comunicazioni pubblicitarie, fino alle semplici videochiamate, la pandemia Covid-19 ha trasformato milioni di italiani in tanti videomaker dell’ultima ora”, aggiunge Cavallo. A testimoniarlo c’è il boom di download di applicazioni per parlare a distanza, siano esse per lo smart-working, la teledidattica o anche solo per stare in contatto con amici e parenti.

 

Secondo gli analisti di App Annie, nella settimana tra il 15 e il 21 marzo, rispetto alla media degli ultimi tre mesi del 2019, i download di Hangouts Meet, di Google, sono aumentati di 140 volte, 30 volte quelli di Microsoft Teams e 55 volte quelli di Zoom.

Ma la “nuova” scoperta per molti imprenditori non sono solo i webinar ma anche la possibilità di realizzare semplici video. “Per molti si è trattato del debutto con uno strumento del genere”, dice Cavallo. “E non solo per chi fa impresa: basti vedere i risultati esilaranti di alcuni sindaci alle prese per la prima volta con la comunicazione in video. Questa crescita – continua – ha messo finalmente in evidenza quanto sia stato trascurato questo strumento e quanto, invece, sia di fondamentale importanza raggiungere i propri utenti tramite i video”.

 

La scarsa esperienza con i video ha fatto emergere molte lacune sulla capacità di utilizzare questo strumento.

Cavallo ha, quindi, elencato una serie di errori comuni da evitare. “Molte persone si concentrano sugli strumenti tecnologici, anziché sul messaggio che devono comunicare”, spiega l’esperto. “Spesso l’eccessiva attenzione verso il numero di visualizzazioni online fa perdere di vista anche l’importanza di raggiungere il proprio target”, aggiunge. I video mettono, poi, in evidenza alcune lacune relative anche alla gestione della comunicazione pubblica. “Molti non sanno come gesticolare o hanno paura di annoiare e di avere un tono monocorde”, spiega Cavallo. “Un altro dei problemi frequenti è che le persone cercano di emulare altri, perdendo così in naturalezza. Altri errori sono: frasi troppo lunghe, linguaggio troppo tecnico per il target, inizio che non attira l’attenzione, assenza di una call to action finale”, aggiunge.

 

Ma questo non deve scoraggiare. Basta infatti seguire qualche semplice accorgimento per rendere più efficace la propria comunicazione in video. Per questo Massimiliano Cavallo ha stilato una sorta di decalogo per video public speaker provetti:

1) Prepara una strategia di contenuti e un calendario di pubblicazione dei video.

2) Seleziona anche i canali di pubblicazione, perché devi analizzare il tuo target e capire quali social utilizza.

3) Evita distrazioni visive e quindi cerca di avere uno sfondo neutro o, meglio, un banner brandizzato.

4) All’inizio del video rispondi subito alla domanda più importante: perché devo guardare il tuo video? Questo ti permetterà di capire cosa il tuo utente target vuole conoscere da te e quindi devi evitare autocompiacimenti inutili.

5) Inizia attirando l’attenzione: puoi iniziare, ad esempio, con una citazione, mostrando una scritta su un foglio o un oggetto, ovviamente in linea con quello che sarà il tuo contenuto articola bene le parole e fai attenzione agli intercalari tipo “ehm…”.

6) Fai attenzione alle pause, varia il ritmo e cerca di non avere un tono monocorde.

7) Il movimento delle mani è come il grassetto in un testo: evidenziano un passaggio ma troppi “grassetto” creano confusione e distrazione. Quindi, non essere immobile ma non gesticolare troppo.

8) Il tuo video deve sempre avere una call to action e fare agire il tuo utente. Può trattarsi anche solo di lasciare un like, oppure puoi indirizzarli al tuo sito web o pagina Facebook.

9) Racconta storie: le storie hanno il potere di farsi ascoltare e di sedimentarsi nella memoria dei tuoi utenti.

10) Il linguaggio deve essere chiaro e semplice ma non banale. Per un certo tipo di target può essere infatti importante un linguaggio tecnico.