Report Kaspersky sugli attacchi APT nel Q3 del 2019: i tool malevoli utilizzati stanno cambiando

redazione

Kaspersky presenta il suo report trimestrale dedicato ai trend degli attacchi APT (Advanced Persistent Threat); i risultati derivano dall’analisi della threat intelligence dell’azienda e di altre fonti correlate ai principali sviluppi sul tema, fonti che, secondo i ricercatori, dovrebbero essere portate all’attenzione dell’intero settore.

Nel terzo trimestre del 2019, i ricercatori di Kaspersky hanno osservato una tendenza alla diversificazione per quanto riguarda i set di strumenti malevoli utilizzati negli attacchi APT in tutto il mondo. I cambiamenti più significativi sono stati messi in atto dai seguenti gruppi APT:

  • Turla (conosciuto anche come Venomous Bear, Uroburos e Waterburos) ha apportato modifiche significative al suo set di strumenti. Indagando sulla sua attività malevola in Asia centrale, Kaspersky ha identificato una nuova backdoor che sarebbe stata attribuita, con un certo grado di certezza, a questo gruppo APT. Il malware, chiamato “Tunnus” è una backdoor .NET-based che può eseguire comandi o eseguire azioni relative ai file su un sistema infetto e inviare poi i risultati ai suoi server di comando e controllo. Finora, l’infrastruttura è stata costruita compromettendo siti che utilizzano versioni di WordPress vulnerabili. Secondo l’analisi della telemetria fatta da Kaspersky, l’attività di Tunnus sarebbe iniziata a marzo ed è ancora attiva.
  • Turla ha anche inserito il suo famoso JavaScript per la diffusione di malware, KopiLuwak, in un nuovo dropper chiamato “Topinambour”. Si tratta di un nuovo file .NET che il gruppo sta utilizzando per distribuire e rilasciare KopiLuwak, sfruttando pacchetti di installazione infetti per programmi software legittimi, come ad esempio le VPN. Sono state inoltre introdotte delle novità che aiutano Turla ad evitare eventuali rilevamenti. In particolare sono state identificati due trojan, “.NET RocketMan” e “Powershell MiamiBeach”, che vengono usati in maniera analoga a KopiLuwak per effettuare attività di spionaggio. È possibile che gli autori della minaccia distribuiscano queste versioni quando i loro obiettivi sono protetti da software di sicurezza in grado di rilevare KopiLuwak. Tutti e tre le versioni (KopiLuwak, RocketMan e MiamiBeach) sono in grado di effettuare il “finger-print”[1] degli obiettivi, raccogliere informazioni su adattatori di sistema e di rete, rubare file, scaricare ed eseguire malware aggiuntivi.
  • HoneyMyte (conosciuto anche come Temp.Hex e Mustang Panda), è un attore APT attivo da diverso tempo, ma che negli ultimi due anni ha diversificato le sue tecniche di attacco, concentrandosi contro varie tipologie di target. La campagna puntava a colpire varie entità governative in Myanmar, Mongolia, Etiopia, Vietnam e Bangladesh. Gli attacchi messi in atto dagli autori della minaccia si sono basati su un numero diversificato di strumenti: (a) impianti PlugX; (b) pacchetti multi-stage che assomigliano allo stager CobaltStrike e a dropper “stageless” con script PowerShell e Visual Basic script, eseguibili .NET, stealer di cookie e molto altro ancora; (c) tecniche di hacking come l’ARP poisoning utilizzate insieme a malware per il DNS hijacking e sfruttate per effettuare movimenti laterali attraverso la distribuzione, tramite protocollo http, di aggiornamenti malevoli di Flash e Microsoft; (d) varie utility di sistema e di rete. Considerando il target degli attacchi – le organizzazioni governative legate alla gestione delle risorse naturali in Myanmar e una delle maggiori organizzazioni del continente africano – è possibile che uno dei principali obiettivi di HoneyMyte sia la raccolta di informazioni dal punto di vista geopolitico ed economico.

 

Nel mese di agosto, Dragos ha pubblicato una panoramica degli attacchi dal titolo “Oil and Gas Threat Perspective Summary“, che fa riferimento ad un nuovo, presunto, autore di minacce chiamato “Hexane”. Il Dragos Team sostiene di aver individuato il gruppo nel mese di maggio, mettendolo in relazione con OilRig e CHRYSENE. L’analisi di Kaspersky rivela, con un basso livello di certezza, alcune somiglianze con OilRig basato su TTPs, un elemento citato anche nella ricerca di Dragos.

“Proprio come avevamo previsto l’anno scorso, gli autori delle minacce, nel tentativo di evitare il rilevamento, aggiornano i loro set di strumenti malevoli e cercano di agire in modo sempre più furtivo. Lo abbiamo visto chiaramente in questo trimestre, come dimostrano le evoluzioni di una serie di autori malevoli e di campagne APT in tutto il mondo. Questa tendenza è una sfida per i ricercatori – quando si rileva una nuova campagna, infatti, non è sempre chiaro se gli strumenti messi in atto sono parte dell’arsenale di un autore di minacce già affermato, che ha scelto di rinnovare i suoi strumenti, o riconducibili ad un autore completamente nuovo, che utilizza, invece, tool sviluppati da un gruppo APT già esistente. È una sfida che chiarisce, ancora una volta, l’importanza di investimenti nella threat intelligence di scenario. La conoscenza è potere e solo informandosi in anticipo sarà possibile conoscere la fonte di possibili minacce”, ha commentato Vicente Diaz, Security Researcher del Global Research and Analysis Team, Kaspersky.

L’analisi sui trend APT rilevati nel terzo trimestre del 2019 riassume i risultati dei vari report riservati a chi ha sottoscritto il servizio Kaspersky Threat Intelligence, che includono anche dati IOC (Indicators of Compromise) e regole YARA, a supporto delle indagini forensi e del malware hunting. Per ulteriori informazioni è possibile contattare: intelreports@kaspersky.com

Per evitare di diventare vittima di un attacco mirato messo in atto da un autore noto o sconosciuto, i ricercatori di Kaspersky raccomandano di:

  • Fornire al proprio team SOC l’accesso alla Threat Intelligence più aggiornata per essere sempre informati sugli strumenti, le tecniche e le tattiche nuove ed emergenti utilizzate dagli autori delle minacce e dai criminali informatici.
  • Per il rilevamento a livello endpoint, le indagini ed una tempestiva remediation in caso di incidenti, implementare soluzioni EDR come Kaspersky Endpoint Detection and Response.
  • Oltre ad adottare una protezione essenziale per gli endpoint, implementare una soluzione di sicurezza a livello aziendale che rilevi tempestivamente le minacce avanzate a livello di rete, come Kaspersky Anti Targeted Attack Platform.

 

Il report completo sui trend APT del Q3 2019 di Kaspersky è disponibile online su Securelist.com.

 

 

[1] “Finger-print” è un’attività di raccolta dati utili all’identificazione dell’identità della vittima. Serve all’attaccante per capire se è stata infettata la macchina giusta e se si può quindi procedere con gli altri stage.