Ricerca, fusione nucleare: grande impegno italiano

Redazione

La ricerca italiana sulla fusione si candida alla costruzione di FAST, un’ infrastruttura di ricerca pan europea.
In Europa è in corso di definizione una “road map” del programma  europeo sulla fusione, mentre  il nostro Paese deve decidere se vuole continuare ad operare in questo settore strategico ad alta tecnologia,  che ha già permesso la crescita di una comunità scientifica di eccellenza mondiale, di raggiungere elevati livelli di competitività nell’ambito della ricerca scientifica e tecnologica, e che ha saputo attivare sinergie molto efficaci con il sistema industriale. Le attività di ricerca e sviluppo tecnologico sulla fusione nucleare già oggi rappresentano concrete opportunità di crescita ed innovazione, e diventeranno cruciali per le esigenze energetiche future.
Per fare il punto sullo stato del programma italiano, si è tenuto oggi all’ENEA il workshop “La ricerca sulla fusione nucleare e le sue ricadute industriali. Un caso di successo nel panorama industriale italiano”, a cui hanno partecipato: il Commissario ENEA Giovanni Lelli e il presidente del CNR Luigi Nicolais, l’eurodeputato Amalia Sartori.
Il dibattito è stato incentrato sulla proposta elaborata dalla Comunità scientifica italiana di realizzare in Italia un nuovo importante esperimento di fusione, denominato FAST, che mira ad affrontare problemi di fisica e tecnologia cruciali per il funzionamento del reattore a fusione.
Il completamento della costruzione di ITER e dall’avvio del progetto del reattore dimostrativo prevedono commesse del valore di alcuni miliardi di Euro, e per potervi partecipare è necessario che l’Italia consolidi la sua posizione nell’ambito delle collaborazioni internazionali con la messa in cantiere di nuove iniziative, come appunto è il nuovo esperimento FAST., in modo da continuare a mantenere ed incrementare i risultati finora ottenuti.
E’ quindi necessario inserire FAST nel quadro delle collaborazioni internazionali, che potrà  diventare una vera e propria  infrastruttura di ricerca pan europea, una volta che il progetto sia stato condiviso dalla comunità internazionale alla luce della Road Map del programma  europeo sulla fusione in corso di definizione.
La realizzazione di FAST rappresenta una opportunità sia gli Enti di ricerca che per l’industria italiana, in grado di fornire un forte impulso alla crescita in termini di innovazione e di formazione scientifica e tecnologica  in un settore strategico per l’energia del futuro, e che permette al nostro Paese  di rivestire un ruolo da protagonista nell’era dell’energia da fusione.
A tale proposito, è stato recentemente ratificato un accordo  di collaborazione tra l’Associazione sulla fusione italiana (Euratom-ENEA) e quella polacca (Euratom-IPPLM) che prevede tra l’altro la progettazione di FAST, che mira a  ricercare il consenso dei maggiori stake holder del programma. 
La costruzione di ITER,   che sarà il primo impianto a fusione di dimensioni paragonabili a quelle di una centrale elettrica convenzionale e  che produrrà 500 MW di potenza di fusione con un guadagno di un fattore 10,  è iniziata nel 2007 in Francia nel sito di Cadarache: l’impresa costituisce un passo decisivo verso la dimostrazione della fattibilità scientifica e tecnologica della produzione di energia da fusione termonucleare controllata.
L’Italia ha partecipato all’impresa con importanti contributi scientifici e tecnologici, che hanno dato luogo a significative ricadute  sul nostro sistema produttivo. Le aziende italiane hanno ottenuto, in gare europee e in un clima di forte competizione, importanti contratti industriali per la costruzione di alcuni componenti di ITER, per un  totale, ad oggi, di oltre 500 milioni di euro. Tra questi contratti vi sono quelli per la fornitura dei componenti più critici e a maggiore contenuto tecnologico che costituiscono il cuore del reattore (camera da vuoto e magneti superconduttori).   Nell’immediato futuro le industrie italiane parteciperanno con buone possibilità anche alle gare per la fornitura di altri sistemi (manutenzione remota, divertore, sistemi diagnostici e di riscaldamento del plasma, sistemi di controllo ecc.) per i quali presentano un elevato livello di qualificazione. Il successo nel coinvolgimento dell’industria italiana costituisce il migliore risultato a livello europeo, ottenuto anche grazie alle attività di ricerca condotte nei laboratori nazionali dell’Associazione EURATOM – ENEA.