Ricomincia la scuola: ma quanto è sicura la classe virtuale?

redazione

In questi giorni non si fa che parlare del ritorno a scuola e del risvolto digitale che ha assunto finora per le sfide dettate dall’emergenza coronavirus. Se da un lato la classe virtuale ha consentito il proseguimento delle lezioni in una fase complessa, dall’altro ha posto sotto i riflettori la questione sicurezza informatica.

È fondamentale infatti capire se le app di videoconferenza tanto utilizzate negli ultimi mesi siano realmente sicure, non permettano ad intrusi di accedervi e siano in grado di garantire la privacy degli studenti che partecipano alle video lezioni.

Nuove sfide da affrontare

L’improvviso passaggio alle classi virtuali ha sollevato diverse questioni spinose legate alla privacy e al comportamento. Cosa accade se uno studente si mette a fumare durante le lezioni online? E se i ragazzi prendono in giro il professore, ma si sono dimenticati di uscire dalla classe virtuale e hanno lasciato il microfono acceso? In un caso il professore si è limitato ad alzare le spalle, nell’altro l’interessato si è preso una vera e propria lavata di capo. Situazioni realmente accadute nel corso di questi mesi e che sollevano degli importanti interrogativi sulla salvaguardia della qualità delle lezioni e della privacy di ciascuno.

Tenersi informati per salvaguardare la privacy

Il passaggio alle classi virtuali ha fatto sì che gli studenti si ritrovassero improvvisamente coinvolti in una vera e propria giungla tecnologica di app senza però disporre delle dovute indicazioni sul da farsi. Tra le più utilizzate sono Google Classroom, Google Hangouts, Microsoft Teams,app online della scuola stessa, Quizizz e Quizlet, WhatsApp e Zoom.

Sembra quindi che non sia stato messo a punto un accesso digitale uniforme e che i ragazzi si trovino a gestire un mix di applicazioni e programmi selezionati di volta in volta dagli insegnanti. Con un calcolo rapido si arriva a un totale di quattro app scolastiche per studente. È sicuramente importante capire come vengano utilizzati i dati raccolti, quali siano i regolamenti sulla privacy e quanto siano effettivamente sicure queste app.

E’ buona norma tenersi sempre informati: se si verifica un problema di sicurezza o viene rilevato un bug nel software i media del settore informatico o Twitter sicuramente ne daranno notizia tempestivamente.

Effettuare regolarmente gli update per evitare lacune di sicurezza

Zoom è in cima alla classifica delle app per videoconferenze utilizzate dall’inizio della pandemia e il suo successo non è ingiustificato. Per i principianti, l’app offre infatti un modo gratuito e semplice per organizzare gli incontri virtuali di gruppo, caratteristiche molto importanti per insegnanti e studenti che sono stati bloccati a casa dall’oggi al domani. L’app si è accaparrata nel giro di pochissimo tempo una grande fetta del fiorente business legato alle videoconferenze online, nato all’inizio del lockdown.

Ma anche Zoom ha i suoi punti deboli. L’app è stata molto criticata per una serie di problemi di privacy che hanno dato vita al cosiddetto fenomeno “zoombombing”: ovvero, persone non autorizzate che si intrufolano nelle riunioni con l’intento di disturbare e interrompere le conferenze diffondendo contenuti volgari e offensivi. Inoltre sono stati posti diversi interrogativi sulle politiche di privacy dell’app di proprietà cinese e sull’ubicazione dei server che registrano i dati di login degli utenti. Alcune istituzioni hanno infatti vietato l’uso di Zoom come ad esempio il governo taiwanese, Google e la città di New York. Inoltre, a causa di alcuni bug, un hacker è riuscito ad assumere il controllo di webcam e microfoni sui Mac di alcuni utenti.

Molti problemi di sicurezza di Zoom possono essere minimizzati prestando attenzione alle corrette impostazioni dei propri meeting online, evitando ad esempio di postare i link sui social media o non utilizzando i propri Personal Meeting ID per organizzare un evento pubblico.

Ma nonostante queste evidenti falle, smettere di usarlo in una fase storica in cui buone parte delle attività si sono spostate online, probabilmente non sarebbe ugualmente possibile. Un modo per restare al sicuro c’è: è fondamentale assicurarsi di avere sempre l’ultima versione disponibile e installare un programma di aggiornamento software per disporre in ogni momento degli update più recenti.