Ronde, il codice di Maroni

Paola Fusco

Certificato di "buona salute mentale" per i rondisti. Spariranno le ronde leghiste ("camicie verdi" e "guardia nazionale padana"), e quelle "nere" ("guardia nazionale italiana"). Sono queste le due novità del regolamento attuativo della legge sui volontari della sicurezza che il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, renderà esecutivo sabato prossimo. Oltre ai punti già noti (le associazioni dovranno essere senza fini di lucro, non potranno avere finanziamenti, sono vietate uniformi, i volontari dovranno girare con pettorine di riconoscimento), il decreto prevede che gli "osservatori volontari" presentino un "certificato medico dell’Asl di buona salute fisica e mentale". E che le associazioni non "siano espressione di partiti o movimenti politici, né di organizzazioni sindacali, né in alcun modo riconducibili a questi". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha precisato che "non ci sarà contrasto con le pattuglie dei militari nelle città". I sindaci intanto si dividono e, a parte Verona, città apripista, e Treviso, dove si celebra una vittoria politica, a due giorni dal varo del decreto attuativo sulle ronde, da Nord a Sud i pareri sono diversi, e soprattutto le amministrazioni di grandi città come Roma e Milano presentano posizioni più sfaccettate. "Le ronde non ci piacciono" ha detto il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno. Questo, però, non significa rinunciare alla partecipazione dei cittadini in tema di sicurezza, quindi: fratino giallo con scritto "Roma Sicura", turni di 4 ore, gruppi di tre persone con precedenza a ex membri delle forze dell’ordine, età 18-70 anni. Potrebbe essere l’identikit dei romani chiamati, in autunno, a vigilare su scuole e parchi. Solo che Alemanno alla parola "ronda" preferisce "volontariato cittadino". A Milano il vicesindaco Riccardo De Corato, ferma tutto fino a settembre e sottolinea i problemi economici della nuova norma: "Siamo sorpresi dalla severità: l’impossibilità di contribuire al servizio con aiuti pubblici ci ha costretto a congelare convenzioni consolidate come con i City Angels e i Blue Berrets". In effetti, come a Milano, associazioni di cittadini impegnati nel controllo del territorio ce ne sono da tempo in varie città. I City Angels appunto, i "nonni vigile" davanti alle scuole, o i "tutor d’area" al lavoro a Genova da un anno: agenti in pensione (e pure in attività) che dedicano tempo libero a pattugliare i parchi contro spaccio e pedofili. Nel capoluogo ligure tra un mese esordiranno le guardie ecologiche: cittadini che potranno fare multe a chi getta rifiuti, lascia a terra le deiezioni del cane o non lo porta al guinzaglio. Bergamo e Como l’esperienza di cittadini-vigilantes la conoscono già e proseguiranno. Bologna dice no alle ronde: "Non servono" ha ribadito il sindaco Flavio Delbono. Ma si tiene i City Angels. "Napoli aspetta il testo del decreto — dice l’assessore alla Sicurezza Luigi Scotti —. Anche se siamo convinti che la sicurezza sia responsabilità dello Stato". Il sindaco di Firenze Matteo Renzi parla di "sentinelle della bellezza: giovani in giro per la città a controllare strade e monumenti". A Torino l’assessore Domenico Mangone annuncia: "Valutiamo l’idea di allargare il servizio dei City Angels a tutta la città. Ma non ha niente a che vedere col decreto Maroni". Da Venezia il vicesindaco Michele Vianello parla di sicurezza ridotta a slogan”.