SAPPE: “Nel DEF mancano stanziamenti certi per rinnovo contrattuale. Si passi dalle parole ai fatti”

redazione

Il SAPPE si appella al Premier Conte ed ai responsabili dei Dicasteri di Interno Salvini, Pubblica Amministrazione Bongiorno e Giustizia Bonafede: “Mi sembra che nel DEF non vi sia alcuna certezza circa i fondi da riservare al Comparto Sicurezza e Difesa per le assunzioni, l’acquisto di divise e mezzi e per il rinnovo del contratto di tutti gli Operatori di Sicurezza dello Stato, prossimo alla scadenza. In campagna elettorale si sono sprecate le promesse che assicuravano maggiori attenzione e sensibilità verso coloro che quotidianamente garantiscono con mille sacrifici e pericoli la sicurezza pubblica e lo stato sociale, nelle carceri e nelle strade. Ebbene, il DEF è il documento dove dimostrare concretamente questa sensibilità: ma mi sembra che i fondi destinati al Comparto Sicurezza e Difesa non vi siano affatto. L’invito che il SAPPE rivolge al Presidente del Consiglio Conte ed i Ministri Salvini, Bonafede e Bongiorno a correggere questa incredibile dimenticanza. Ciò si rende necessario per le reiterate sollecitazioni che ci pervengono da tantissimi poliziotti penitenziari, ma anche dagli operatori degli altri apparati di sicurezza del nostro Paese, che ci hanno sottolineato in più occasioni l’acuirsi del divario esistente tra la consistenza dei nostri stipendi ed il costo della vita”-
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
“Credo che il Governo non possa non tenere nel debito conto la necessità di rendere dignitosi gli stipendi di quanti quotidianamente rischiano la vita per la sicurezza del Paese e per la salvaguardia delle Istituzioni”, aggiunge Capece. “Ogni giorno assistiamo a fatti di cronaca, nazionale ed europea, che evidenziano quel che da tempo il SAPPE sostiene, ossia la necessità di evitare tagli indiscriminati agli apparati di sicurezza in ragione di contenimento della spesa che, di fatto, graverebbero sui cittadini. Ed invece assistiamo a provvedimenti incomprensibili come l’annunciato decreto sicurezza, che per il Corpo di Polizia Penitenziaria non prevede assolutamente nulla nonostante le gravi condizioni delle nostre carceri oggi nuovamente sovraffollate da quasi 60mila personale e le evidenti e palesi criticità operative dei poliziotti che quotidianamente fronteggiano nelle carceri del Paese numerosi atti di violenza ed eventi critici. E’ ora che dalle promesse si passi ai fatti, garantendo concretamente i fondi necessari a svolgere al meglio i nostri compiti istituzionali di Corpo di Polizia dello Stato”.
In campagna elettorale si sono sprecate le promesse che assicuravano maggiori attenzione e sensibilità verso coloro che quotidianamente garantiscono con mille sacrifici e pericoli la sicurezza pubblica e lo stato sociale, nelle carceri e nelle strade. Ebbene, il DEF è il documento dove dimostrare concretamente questa sensibilità: ma mi sembra che i fondi destinati al Comparto Sicurezza e Difesa non vi siano affatto. L’invito che il SAPPE rivolge al Presidente del Consiglio Conte ed i Ministri Salvini, Bonafede e Bongiorno a correggere questa incredibile dimenticanza. Ciò si rende necessario per le reiterate sollecitazioni che ci pervengono da tantissimi poliziotti penitenziari, ma anche dagli operatori degli altri apparati di sicurezza del nostro Paese, che ci hanno sottolineato in più occasioni l’acuirsi del divario esistente tra la consistenza dei nostri stipendi ed il costo della vita”-
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
“Credo che il Governo non possa non tenere nel debito conto la necessità di rendere dignitosi gli stipendi di quanti quotidianamente rischiano la vita per la sicurezza del Paese e per la salvaguardia delle Istituzioni”, aggiunge Capece. “Ogni giorno assistiamo a fatti di cronaca, nazionale ed europea, che evidenziano quel che da tempo il SAPPE sostiene, ossia la necessità di evitare tagli indiscriminati agli apparati di sicurezza in ragione di contenimento della spesa che, di fatto, graverebbero sui cittadini. Ed invece assistiamo a provvedimenti incomprensibili come l’annunciato decreto sicurezza, che per il Corpo di Polizia Penitenziaria non prevede assolutamente nulla nonostante le gravi condizioni delle nostre carceri oggi nuovamente sovraffollate da quasi 60mila personale e le evidenti e palesi criticità operative dei poliziotti che quotidianamente fronteggiano nelle carceri del Paese numerosi atti di violenza ed eventi critici. E’ ora che dalle promesse si passi ai fatti, garantendo concretamente i fondi necessari a svolgere al meglio i nostri compiti istituzionali di Corpo di Polizia dello Stato”.