Senato, una Commissione sull’uranio impoverito

Paola Fusco

L’aula del Senato ha dato il via libera all’unanimità all’istituzione di una Commissione parlamentare
d’inchiesta che indaghi sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, anche sulla base dei dati emidemiologici disponibili, riferiti alle popolazioni civili
nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dall’esplosione di materiale bellico e a
eventuali interazioni. Il documento è stato approvato con 233 sì. "L’istituzione di una commissione
parlamentare d’inchiesta sul cosiddetto uranio impoverito, voluta dal Senato in modo bipartisan, è un grande passo avanti per arrivare a fare chiarezza in modo definitivo sugli effetti negativi per la salute dei nostri militari, dei cittadini che vivono in prossimita’ delle basi e dei poligoni di tiro e dei civili che anche in occasione delle missioni sono venuti a contatto con questo tipo di munizioni e con altre sostanze tossico-nocive e cancerogene". Lo dice il senatore Felice Casson, vicepresidente del gruppo Pd, primo firmatario di uno dei due disegni di legge esaminati dalla commissione Difesa e
poi dall’ Aula di Palazzo Madama. "Nella passata legislatura – spiega Casson – la commissione d’ inchiesta sull’ uranio impoverito, nella sua relazione conclusiva, ha raccomandato di continuare ad approfondire il lavoro di indagine. In particolare, l’ organismo parlamentare ha raccomandato, pur
nell’ impossibilita’ di stabilire con certezza un nesso di causa-effetto tra le patologie presentate da militari e civili e i singoli fattori di rischio come la dispersione di nanoparticelle di metalli pesanti dovuta alle munizioni all’ uranio impoverito, di riconoscere comunque al manifestarsi delle malattie il diritto ai risarcimenti e agli indennizzi ai nostri soldati. L’ organismo parlamentare ha inoltre
sottolineato la necessita’ di continuare a raccogliere dati clinici sui militari e sui civili e di perfezionare i protocolli di controllo sanitario. La commissione d’ inchiesta che oggi istituisce il Senato- prosegue Casson – si prefigge di andare oltre, considerando che mancano ancora importanti indagini mediche, epidemiologiche e biologiche. E’ necessario verificare l’ adeguatezza della raccolta e dell’ analisi dei dati sanitari provenienti dai militari e dai civili, sia operanti sul territorio nazionale che inviati in missione all’ estero, esaminare le componenti dei vaccini somministrati al personale delle Forze Armate, indagare sulle patologie collegate all’ amianto o al gas radon che hanno colpito i nostri militari e soprattutto – conclude Casson – valutare l’ adeguatezza degli indennizzi sia di natura previdenziale che di sostegno al reddito dei soggetti colpiti".