Servizi Segreti, conferma per i vertici

Massimo Scambelluri

Confermati , dopo la riforma del comparto, i vertici ed i vice direttori dei servizi segreti. In una nota di Palazzo Chigi si legge che il Presidente del Consiglio Romano Prodi "e’ stato ascoltato oggi dal COPASIR, il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica, in merito all’entrata in vigore della legge di riforma dei servizi segreti. L’audizione odierna del Presidente del Consiglio ha segnato la chiusura del ciclo dedicato all’applicazione delle linee direttrici della riforma del Comparto dell’Intelligence italiana". In esecuzione della normativa vigente, nei giorni successivi all’entrata in vigore della Legge n.124 del 3 agosto 2007, e’ stato nominato il Sottosegretario di Stato Enrico Micheli quale Autorità Delegata per l’esercizio delle funzioni attribuite non in via esclusiva e sono stati confermati nell’incarico, per quattro anni, il Direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, Generale Giuseppe Cucchi, il Direttore dell’Aise, Ammiraglio Bruno Branciforte ed il Direttore dell’Aisi, Prefetto Franco Gabrielli. Inoltre, su indicazione dei Vertici del Comparto d’Intelligence, sono stati riconfermati tutti i Vice Direttori già in carica, nel segno della continuità istituzionale indispensabile nel processo di realizzazione costante della nuova normativa. Preoccupato di questa fase transitoria il senatore di AN Alfredo Mantovano che rimarca come in questo momento in cui la vecchia legge sui servizi non è più in vigore e le disposizioni della nuova legge non sono ancora pienamente operative si sta determinando un notevole turn over di personale che riguarda centinaia di agenti. Con la nuova legge , secondo Mantovano, il presidente del Consiglio assume maggiori poteri sul settore e dal momento che nomina nuovi direttori dei servizi, sarebbe interessante che ci fosse il rispetto delle regole sul personale dei servizi. “Non bisogna dimenticare che le nuove regole prevedono concorsi per l’ammissione del personale divintelligence, ma queste domande – fà notare il senatore di Alleanza Nazionale- non hanno avuto da Prodi risposte particolarmente precise”. Dall’audizione di oggi è emerso anche il problema legato al segreto di Stato sulla base della legge di riforma dei servizi segreti approvata il 12 ottobre scorso, che prevede il segreto di Stato per 15 anni, con facoltà di estenderlo fino a 30. Il prossimo anno, ad esempio, potrebbero diventare pubblici tutti i documenti che riguardano il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, anche se una “interpretazione” farebbe partire i 30 anni dall’entrata in vigore della legge. In particolare, il vicepresidente Massimo Brutti, ha insistito molto sulla necessità di rimuovere il segreto di Stato sugli anni di piombo.