Sicurezza, a Roma manifestazione delle Forze di Polizia

redazione

I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2020 sono inquietanti: la situazione si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria.

 

Alla data del 30 settembre scorso, erano detenute nelle carceri del Paese 54.277 detenuti rispetto alla capienza regolamentare di poco meno di 50mila posti. Gli stranieri ristretti erano 17.602 (il 32,43%) mentre i detenuti tossicodipendenti erano 15.257 (il 28,48% dei presenti). Il totale dei detenuti lavoranti era pari a 17.115 unità (il 31,94% dei presenti): di questi, 15.043 alle dipendenze dell’Amministrazione e 2.072 non alle dipendenze dell’Amministrazione.

Ben 100.761 i soggetti seguiti dagli Uffici di esecuzione penale esterna1.352 i minorenni e giovani adulti presenti nei servizi residenziali e 13.191 quelli in carico ai servizi della Giustizia minorile.

 

Chiara dimostrazione del pericoloso pregiudizio all’ordine e alla sicurezza pubblica, si è avuta con i noti e tragici fatti delle sommosse avvenute nei giorni del marzo scorso in cui 23 istituti, da nord a sud d’Italia, sono stati letteralmente messi a ferro e fuoco dalla popolazione detenuta in rivolta.

 

E’ un dato oggettivo che gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa. Siamo passati dalle 378 aggressioni agli Agenti del primo semestre 2019 alle 502 del successivo semestre, dai 737 ai 1.119 telefonini rinvenuti e sequestrati ai detenuti, dalle 477 minacce-violenze-ingiurie alle 546, dalle 3.819 alle 4.179 manifestazioni di protesta. Senza dimenticare le già richiamate recenti rivolte in oltre trenta strutture detentive sull’intero territorio nazionale, con circa 60 poliziotti penitenziari feriti e contusi, 13 detenuti morti per abuso di farmaci (9 a Modena e 4 a Rieti), interi Reparti detentivi devastati, incendiati e distrutti, Agenti sequestrati, maxi evasioni, fuoco e fiamme un po’ ovunque

 

Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.

Poliziotte e poliziotti contusi, offesi e feriti e addirittura colpiti dal lancio di feci e urine dei detenuti, con celle devastate ed incendiate.

 

E tutto questo in assenza di provvedimenti utili a garantire la sicurezza e l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria, che in servizio nelle Sezioni detentive non hanno alcuno strumento di autodifesa.

 

Per il SAPPE lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti. E la proposta è proprio quella di sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili.

 

La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria.

Ma un Corpo di Polizia dello Stato non può operare senza uomini, mezzi e strumenti, senza Centrali Operative Regionali, senza Nuclei Cinofili, Basi Navali e ogni altra utile specializzazione.

 

Basta con questo continuo depotenziamento della Polizia Penitenziaria dal ruolo di Corpo di Polizia dello Stato!

 

Per questo siamo oggi in piazza: per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi, per rivendicare tutele e garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio – bodycam e Taser su tutti – e soprattutto tutele legali.