Sicurezza, per Censis è Roma la Metropoli che ha più paura

Fabrizio D'Andrea

Incerti, paurosi, sfiduciati: ecco come si sentono i cittadini romani secondo l’indagine del Censis sulla paura nelle città presentata nella seconda giornata di lavori del World Social Summit 2008, a Villa Miani a Roma. La ricerca, condotta a luglio in dieci metropoli del mondo, fa emergere in particolare un dato: la popolazione della capitale italiana e’ di gran lunga quella che manifesta il più alto tasso di incertezza e inquietudine esistenziale.

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dichiarato che l’Amministrazione comunale sta lavorando per combatterere la prostituzione perché questo significa anche lavorare sul fronte della sicurezza.
Ci stiamo muovendo come fece a suo tempo Rudolph Giuliani: intervenire, dare regole precise per offrire una città diversa. C’è la sensazione, dopo il varo dell’ ordinanza comunale, che la prostituzione si stia spostando fuori Roma, in altri paesi – ha spiegato ancora il Sindaco – siamo nei primi giorni dell’applicazione della ordinanza che ha preceduto il ddl Carfagna: le multe e gli interventi sono stati circa 400, gli interventi sono capillari per far capire che l’aria è cambiata – ha poi aggiunto il Sindaco – dove non c’e’ il controllo del territorio lì cresce la criminalità. 

Il Censis nel rapporto spiega che nei romani c’è un senso di ansia che non si e’ ancora trasformato in ansia, ma che tuttavia condiziona fortemente il clima metropolitano" e fa di Roma "la città in assoluto meno ottimista e fiduciosa" tra quelle analizzate. Alla domanda "quale sentimento meglio descrive il suo rapporto con la vita?", il 46 per cento dei romani risponde l’incertezza e il 12,2 sceglie la paura. Il pessimismo (incertezza + paura) raggiunge il 58,2 per cento mentre l’ ottimismo (entusiasmo + fiducia + ottimismo) si attesta al 34,4 per cento.


Quasi il 60 per cento dei romani vive dunque una condizione di disagio: sentimento che nelle altre grandi metropoli e’ invece minoritario, e si attesta intorno al 36 per cento. Così ad esempio a Londra e New York, nonostante gli attacchi terroristici subiti, prevale un atteggiamento positivo rispetto alla vita: meno del 10 per cento della popolazione dichiara di essere impaurito, mentre più diffusa è l’incertezza (il 24 per cento a New York); circa il 60 per cento (rispettivamente il 61,2 a Londra e il 58,2 a New York) segnala ottimismo, fiducia ed entusiasmo.

Riguardo alla geografia delle paure, Roma con la propria graduatoria di ansie per lo più scisse da rischi oggettivi, fotografa bene il primato dell’ individualità sulla socialità.
A svettare in testa alle angosce dei romani vi e’ innanzitutto la paura di essere colpito da una malattia invalidante o subire incidenti e rimanere non autosufficiente (indicata dal 21 per
cento), seguito al secondo posto, dall’ ansia di soffrire per la perdita di persone care (19,4) e al terzo da quella di smarrire le facoltà intellettive (18,6). La paura del futuro si confonde invece con le preoccupazioni genitoriali, o comunque e’ dilazionata nel tempo, per cui preoccupa più che i figli abbiano una vita peggiore della propria (indicata al quarto posto dal 14 per cento dei romani) che non il fatto di peggiorare per il futuro lo stesso tenore di vita (indicato al
settimo dall’ 8,2 per cento della popolazione). La paura di subire violenze e aggressioni fisiche e’ collocata al quinto posto (9,8 per cento). Ultima nella graduatoria delle prime
otto paure avvertite come molto presenti, quella di rimanere senza lavoro (5,2 per cento).