Sicurezza reti, ecco il firewall di nuova generazione

Riccardo Fraddosio

  Un nuovo vendor si affaccia nel campo della sicurezza delle reti. Si chiama Palo Alto Networks. L’azienda californiana in realtà è attiva dal 2005 negli Usa, dove si è già conquistata un proprio mercato. Ora, però, Palo Alto ha deciso di sbarcare anche in Italia, e per farlo si è affidato ad Aditinet Consulting, società di primo piano nell’ambito della realizzazione e dell’ottimizzazione delle infrastrutture di comunicazione. “Il prodotto che proponiamo alle aziende italiane – ha spiegato Nir Zuk, fondatore e Cto di Palo Alto Networks – è estremamente innovativo: si tratta di un firewall di nuova generazione”. Nir Zuk, come testimonia anche Paolo Marsella, Direttore Generale di Adinet Consulting, “è l’autentico ideatore di questo nuovo prodotto” che, con molta probabilità, sarà destinato a rivoluzionare il mondo dell’It. E questo talento dell’informatica, consapevole dell’importanza che l’Italia possiede nel mondo delle tecnologie informatiche, è giunto nei giorni scorsi nel nostro Paese e ha raccontato le particolarità del nuovo firewall. Noi lo abbiamo incontrato per scoprire quale fosse la portata di questa offerta. Quali sono le differenze tra il vecchio firewall e quello proposto da Palo Alto? “Le differenze sono molto significative. Il firewall tradizionale è in grado di vedere solo la posta elettronica e il web, perciò tutte le altre applicazioni presenti in rete gli appaiono come se, appunto, fossero web, una realtà indistinta e unitaria. Il problema, però, è che le cose non stanno affatto in questo modo. E il firewall di nuova generazione è stato concepito apposta per esaminare il contenuto: ha la possibilità cioè di identificare le varie applicazioni – gmail, msn, Skype e le altre restanti –, di decifrare il traffico cifrato e di individuare gli utenti della rete. E questo è rivoluzionario, perché oggi si può identificare la macchina dell’utente, ma non l’utente vero e proprio. Dirò anche di più: il nuovo firewall riesce a verificare che cosa, nello specifico, l’utente fa”. Come è stata recepita dal mercato d’oltreoceano? ”Direi benissimo: abbiamo ottenuto risultati più positivi di quelli che speravamo. Inizialmente, lo confesso, pensavamo che il nostro prodotto avrebbe affiancato il vecchio firewall. Invece la maggior parte dei clienti ha preferito sostituire direttamente il vecchio sistema con quello nuovo, e questo a ragion del fatto che il firewall di Palo Alto permette di semplificare e abbattere i costi di security, integrando e assolvendo funzioni precedentemente svolte da cinque diversi prodotti”. Come si presenta la piazza italiana? “Parlerò sinceramente: nel mondo It i leader assoluti sono Usa e Giappone. Tuttavia l’Europa sta conoscendo una nuova fase di sviluppo di questo settore, e in particolare l’Inghilterra, l’Italia e i Paesi scandinavi sono molto ben disposti a recepire la portata di queste tecnologie, e, dirò ancora di più, forniscono un gran contributo al miglioramento del settore, il quale è in continua evoluzione”. Pensa che l’amministrazione Obama cercherà di rafforzare il ruolo dell’Information Technology? “Questa è una domanda a cui risponderà la storia. Io credo che sarà molto difficile per il Governo americano modificare il ruolo dell’It, e questo perché contrariamente a quanto avviene in Europa, le amministrazioni Usa non interferiscono mai nel management delle realtà enterprise. Tuttavia sono certo che Obama cercherà di incentivare e sviluppare l’It con mezzi meno diretti, senza influenzare dall’interno aziende e Pa, ma aprendo una nuova strada attraverso iniziative concrete”.