Sicurezza stradale, obiettivo mancato

Paola Fusco

L’Italia ha fallito gli obiettivi posti per il 2010 dalla Carta europea per la sicurezza stradale: la diminuzione del 50% degli incidenti stradali, infatti, si è fermata poco sopra il 30%. E’ quanto ha denunciato "Bastaunattimo", campagna nazionale per la sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera promossa da AssoGiovani e Forum Nazionale Giovani, in un convegno oggi alla Camera.
I costi umani derivanti dagli incidenti stradali, e’ stato spiegato, sono enormi: "possiamo immaginare – ha detto il portavoce della campagna, Carmelo Lentino – che ogni giorno 13 persone muoiono sulla strada, superando abbondantemente le 4.000 vittime all’ anno, ma anche sotto il profilo economico il prezzo da pagare per l’ Italia é alto, stiamo parlando di 40 miliardi di euro con oltre 800.000 persone che dopo un incidente stradale vengono ricoverate e chiedono l’ intervento del pronto soccorso". "Accanto a tutto questo – ha spiegato – sono stati stimati oltre 20 mila invalidi all’ anno dopo un incidente stradale. Il problema della sicurezza stradale deve diventare una delle priorità del nostro Paese". Bastaunattimo propone dunque di istituire un’ agenzia nazionale che possa coordinare l’attività sul territorio e che funga da raccoglitore dati.  "Perche’ non abbiamo dimezzato le stragi?" si e’ chiesta Giuseppa Cassaniti, presidente dell’ Associazione familiari vittime della strada, che nel suo intervento ha sottolineato che "non e’ accettabile che le vittime diventino il pedaggio del progresso". Mentre Mauro Fabris, ex parlamentare e presidente della Commissione di studio sulla sicurezza stradale della Fondazione Caracciolo, ha puntato il dito contro le "lobby in Parlamento" che impediscono di inasprire le sanzioni e le pene. La maggior parte degli incidenti si verifica nei centri
abitati, ha spiegato Luca Montanari, dirigente dell’Associazione nazionale vigili urbani (Anvu), secondo il quale "il Codice della strada è un colabrodo": "non e’ stata introdotta una norma che renda effettive le sanzioni – ha detto – e talvolta basta un errore di data o di strada per vanificare tutto il nostro lavoro". Per non parlare del fatto che spesso le sanzioni non possono essere riscosse: "abbiamo i cassetti traboccanti di multe non pagate, mentre nei Paesi anglosassoni se non paghi vai
a fare lavoro sociale per la pubblica amministrazione. E se ti rifiuti, c’e’ il carcere". L’Anvu propone poi una sorta di "patente a punti" per i minori, dove "piu’ punti prendi piu’ si allontana il conseguimento della patente vera". Un modo per responsabilizzare i minori e far si’ che a pagare per loro non siano piu’ i genitori.