Social e Sicurezza: il pornovirus su Facebook allarma gli utenti

Samanta Sarti

Se le fonti online estere mettono in evidenza l’intrusione di ipotetici hacker cinesi, e relativo furto di informazioni riservate, nel database dell’Ufficio del personale del Governo Federale statunitense (Hackers May Have Obtained Names of Chinese With Ties to U.S. Government), la classifica delle tematiche web italiane inerenti la sicurezza informatica ad aver raccolto un gran numero di azioni di engagement, questa settimana, spazia dall’alert porno virus Facebook alla Google goliardata (Fonte: Data Web, Gruppo Data Stampa).

Al primo posto svetta la segnalazione di un virus che si diffonde tramite i profili ‪‎Facebook, attacca pc e telefoni cellulari. A dare l’allarme e diffondere informazioni su come evitare d’essere infettati è Agente Lisa, uno dei profili social della Polizia di Stato: “Vi ritrovate taggati in un video o in una foto da un vostro amico (si tratta quasi sempre di pornografia) solo che il vostro amico non ne sa nulla e se, incuriositi, cliccate sul link, il vostro pc sarà infettato da un virus. Si tratta di un programma malevolo che si insinua nel computer e tra i vari effetti può carpire anche i dati sensibili” (Attenzione al nuovo virus su Facebook, taggati in video pornografici).

Al secondo posto, il tema della pedopornografia e i rischi per i bambini legati alla privacy sul Web: tra i molti articoli pertinenti, segnaliamo l’intervista ad Ernie Allen, uno dei massimi esperti di sicurezza online e consulente del governo britannico e fondatore del Centro Internazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati. Allen lotta da 30 anni contro i “criminali che bazzicano nei bassifondi del Web, navigando anonimi con il browser Tor, per mercanteggiare piccoli esseri viventi”. C’è bisogno di una task force globale che investa in tecnologia – dice Allen –  “la privacy su Internet rappresenta un problema enorme per dare la caccia a questi criminali. L’anonimato sul web è un disastro, dobbiamo decidere dove mettere il limite. Internet non può essere libero se questo fa male ai bambini. La tracciabilità è indispensabile. Oggi prendamo i criminali solo quando fanno un errore e escono dal deep web. I più bravi la fanno franca” (Allen e la battaglia contro la pedopornografia «La privacy sul web mette a rischio i bambini»).

Al terzo posto, i bugs di Google Maps, forse opera di un hacker, che hanno acceso la querelle tra le tifoserie rivali Napoli-Juventus: vero e proprio tormentone tra il 9 e il 10 Giugno, tale è stata la diffusione online delle notizia. Digitando “vai a cag…”, l’applicazione rimandava allo Juventus Stadium di Torino, con puntatore rosso al centro del campo (Figuraccia Google Maps: "vai a cag…" porta allo Juventus Stadium). Digitando la parola "lavali" sul motore di ricerca delle mappe, compariva il Vesuvio… (Google Maps, continua ‘la querelle’ Juve-Napoli. Digiti "lavali" e compare il Vesuvio).

Tra le news più riprese dai social anche la violazione dati delle carte di credito di numerosi clienti del punto vendita Eataly di New York. La società fondata da Oscar Farinetti ha rilasciato dichiarazioni sul proprio portale web per informare i clienti: “Eataly ci tiene a sottolineare che il punto vendita colpito dal fenomeno di hackeraggio è solo quello di New York City e che il problema è «sotto controllo» ma invita comunque tutti coloro che hanno fatto acquisti nei primi quattro mesi dell’anno a rivedere i movimenti delle loro carte di credito” (Eataly – Rubati i dati di numerose carte di credito).

Fonte: sistema di rilevazione social Pico WebData Stampa