Sulmona, follia nella sezione alta sicurezza del carcere: olio bollente contro poliziotto penitenziario. È in “codice rosso in ospedale”

redazione

Ormai è violenza continua e senza fine quella che da tempo si consuma all’interno delle carceri italiane. Ultimo, in ordine di tempo, il grave episodio avvenuto oggi a Sulmona.
La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che, attraverso il Segretario Regionale per l’Abruzzo Giuseppe Ninu, fa il resoconto delle ultime ore di follia nel carcere abruzzese: “E’ successo che un poliziotto penitenziario in servizio nel Reparto Alta Sicurezza di Sulmona è stato chiamato da un detenuto che glio ha lanciato contro improvvisamente olio bollente che l’ha attinto al viso e alla spalla. Ora è in Ospedale in codice rosso, ma questa è vera follia. Sembra, per altro, che il detenuto è un soggetto appena giunto dal carcere di Torino, ed è a Sulmona perché proprio nel capoluogo piemontese gli avrebbero sequestrato ai colloqui un pizzino con il quale minacciava di morte un poliziotto penitenziario. Siamo alla follia pura, davvero assurda. Al collega ferito va tutta la nostra solidarietà”.
Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e apprezzamento per l’Agente ferito a Sulmona ed aggiunge: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni ed ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina… E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “teaser” e spray al peperoncino? Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le “doccette” nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi (dimenticandosi per altro, sistematicamente, l’adozione concreta di provvedimenti per il benessere del Personale di Polizia Penitenziaria, specie di quello che vive nelle Caserme…)”.