UE: "Maggiore controllo sulle Forze Armate"

Tiziana Montalbano

In tutti i paesi del mondo negli ultimi anni il ruolo delle forze armate si è enormemente ampliato. Se un tempo servivano per proteggere le frontiere, oggi le loro funzioni sono state estese anche ad attività interne, quasi di polizia. Con l’insorgere del terrorismo, poi, hanno acquisito ovunque un enorme potere e l’Europa sente il bisogno di estendere il controllo democratico delle attività militari ad altre istituzioni, oltre che al Parlamento.
Partendo da questa premessa il Consiglio d’Europa ha dato incarico alla “Commissione di Venezia” di sviluppare uno studio mirato alla realizzazione di questo obiettivo. Organismo del Consiglio preposto a vigilare sulla giusta evoluzione delle leggi (perché le esigenze della sicurezza siano sempre compatibili col rispetto dei diritti fondamentali del cittadino), la Commissione per la Democrazia attraverso il Diritto – più conosciuta come “Commissione di Venezia” – ha realizzato uno studio approfondito sulla possibilità di maggiore controllo sull’attività delle Forze Armate.
Diverse le soluzioni che saranno esaminate nel corso della sessione plenaria della Commissione (venerdì 14 marzo e sabato 15 alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista) per portarle, poi, all’attenzione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Secondo gli esperti della Commissione, che le Forze Armate siano più presenti nella vita di qualsiasi paese democratico è un dato di fatto. Persino il mantenimento dell’ordine pubblico – nella prevenzione del terrorismo – è spesso affidato ai militari, come pure la protezione di beni pubblici e privati o l’intervento in caso di catastrofi naturali. L’attività militare, oltre che per la difesa del territorio, si è estesa anche all’estero, per le missioni di pace o per la lotta alla criminalità organizzata. Poiché la coscienza democratica – e la conseguente esigenza di tutelare i diritti umani – è elemento fondamentale di tutte le democrazie europee, anche le Forze Armate, come tutti gli organi dello Stato, devono poter rispondere delle loro azioni sia nel territorio dello Stato che nelle loro missioni all’estero davanti a un organo rappresentativo del popolo.
Lo studio della Commissione di Venezia coinvolge nel controllo delle Forze Armate anche la giustizia civile in aggiunta ai tribunali militari, un "mediatore" da istituire o la Corte dei Conti. Mentre l’attività militare all’interno del territorio dello Stato è disposta dal ministero della Difesa di concerto con il ministero dell’Interno, il controllo delle attività delle Forze Armate all’estero soffre di un deficit democratico poiché i meccanismi decisionali in seno alle organizzazioni internazionali sfuggono in gran parte alla supervisione degli organi rappresentativi nazionali. Anche in questo settore la Commissione di Venezia propone diverse soluzioni.