Ventennale della Convenzione di Palermo contro la Criminalità Organizzata Transnazionale

redazione

La Convenzione ONU contro la Criminalità Organizzata Transnazionale (United Nations Convention Against Transnational Organized Crime – UNTOC) anche nota come Convenzione di Palermo, compie 20 anni. Aperta alla firma nel 2000 ed entrata in vigore nel 2003 la Convenzione, a cui hanno aderito 190 Stati su 193 membri ONU, costituisce il primo trattato giuridicamente vincolante che le Nazioni Unite abbiano mai promosso nell’ambito della lotta contro il crimine. Essa mira a superare la prospettiva meramente nazionale del contrasto di quei reati transnazionali che, per la loro gravità, richiedono invece un approccio universalistico, quali, tra gli altri, il riciclaggio, l’associazione per delinquere e la corruzione, nonché le condotte illecite transnazionali tenute da persone giuridiche. Tra le priorità figurano quelle contenute nei protocolli annessi alla Convenzione sulla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani, in particolar modo donne e bambini, contro il traffico di migranti via terra, mare e aria e contro il traffico illecito di armi da fuoco.

Il punto di situazione relativo a dinamiche, contenuti e attuazione viene sviluppato, su base biennale, nel corso della Conferenza degli Stati parte della UNTOC (organizzata dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine – UNODC). Quest’anno, in occasione del ventennale della Convenzione, la Conferenza delle Parti si tiene, da oggi fino al 16 ottobre, a Vienna. Si tratta di un importante segmento nell’ambito di una narrativa che prevede una serie d’iniziative che, da oggi, fino a metà del prossimo anno saranno volte a sottolineare l’importanza e l’attualità dello strumento principe della cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia e ad offrire momenti di riflessione sul futuro della Convenzione.

Nel pomeriggio odierno, nell’ambito dei lavori, organizzato dall’Italia e da UNODOC, si è tenuto un “side event”, in teleconferenza, che ha visto la partecipazione, per l’Italia, del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli, del Procuratore Nazionale Antimafia dr. Federico Cafiero de Raho, e del Procuratore Generale della Corte di Cassazione dr. Giovanni Salvi.

Nel corso del suo intervento il Capo della Polizia, sottolineando come la Convenzione rappresenti “la cornice giuridica più ampia e lo strumento più attuale ed importante per la cooperazione di Polizia”, ha ricordato alcune tra le più importanti operazioni condotte nell’ambito della lotta al crimine organizzato transnazionale dalle Forze di Polizia del nostro Paese in collaborazione con gli omologhi Uffici stranieri, che confermano “quanto il crimine organizzato sia pericolosamente presente a livello globale”.

Il Prefetto Gabrielli ha inoltre puntualizzato l’importanza della formazione con l’istituzione, in Italia, di una “scuola internazionale di alta formazione che, solo negli ultimi cinque anni, ha organizzato più di 40 corsi, con 600 partecipanti stranieri di 120 Paesi dei vari continenti, per condividere le migliori prassi e le esperienze nella prevenzione e nella repressione dei fenomeni criminali”.

Il Capo della Polizia ha altresì ribadito la necessità di “continuare nel solco già tracciato del contrasto alla criminalità transnazionale con particolare attenzione alla dimensione economica del crimine, utilizzando strumenti che, nell’esperienza italiana, si sono rivelati particolarmente efficaci, come le indagini finanziarie e la cooperazione internazionale per il sequestro e la confisca dei proventi di reato”. La cooperazione di polizia, ha continuato Gabrielli, “ha necessità di un quadro normativo di riferimento, pensiamo alla promozione di accordi intergovernativi e di intese tecniche tra Paesi” e, sul piano operativo, “occorre invece incentivare l’utilizzo delle più moderne tecnologie, soprattutto nella raccolta delle prove, così da superare le barriere che possono frapporsi alle indagini”.

Il Capo della Polizia ha poi concluso: “ci apprestiamo a celebrare il ventennale della Convenzione di Palermo. E’ un momento epocale, che non dobbiamo perdere, per rilanciare il tema del contrasto alle associazioni criminali con rinnovata sensibilità, attualità e consapevolezza”.