Viminale: sì all’Islam in pubblico, ma in italiano

Tiziana Montalbano

Riunione questa mattina del Comitato per l’Islam italiano con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e il sottosegretario Alfredo mantovano. Il Comitato ha predisposto un parere sui luoghi di culto dei fedeli musulmani, si legge in una nota del Viminale, teso a incoraggiare l’emersione di una diffusa prassi che si caratterizza per l’esercizio del culto in luoghi privati. Questi spesso sono formalmente destinati a ospitare attività culturali, ricreative, sportive o commerciali, salvo poi a mutare arbitrariamente la destinazione d’uso, trasformandosi di fatto in luoghi di culto. Il Comitato, prosegue la nota, ha suggerito l’adozione di un complesso di misure che, facendo leva anche sui vantaggi che si legano alle opere di urbanizzazione secondaria, punti a incentivare l’esercizio del culto in luoghi pubblici o aperti al pubblico, a tale uso specificamente destinati. Con ciò assicurando un più elevato standard di legalità, ma anche trasparenza e volontà di integrazione nel contesto di insediamento. Il Comitato, nel rilevare che gli edifici di culto dovranno essere costruiti in totale conformità con le normativa edilizia e urbanistica e di sicurezza per la prevenzione degli incendi e degli infortuni, in zone compatibili con la destinazione d’uso, auspica che tali luoghi siano aperti alla pratica del culto da parte di tutti i fedeli di religione islamica, di qualsiasi scuola giuridica, e che i sermoni vengano pronunciati in lingua italiana.