Violenza donne, corsi per il “primo approccio”

Paola Fusco


Presto partiranno i corsi di formazione per operatori sanitari, forze dell’ordine e chi sta dietro gli sportelli d’ascolto contro le molestie sessuali sul lavoro. L’obiettivo è quello di sensibilizzare medici, infermieri, operatori, poliziotti e carabinieri circa l’importanza del "primo approccio" con le donne vittime di violenza. Il bisogno di formazione – non solo psicologica, ma anche sociologica e antropologica perché spesso le vittime sono straniere – è emerso dal rapporto "Le istituzioni in ascolto. Operatori di sanità e di polizia di fronte alla violenza alle donne" realizzato da Telefono Rosa e dall’Istituto di ricerche internazionali Archivio disarmo, in collaborazione con il dipartimento di Innovazione e società de La Sapienza di Roma, nell’ambito del progetto "Cassiopea" promosso dal dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio. I corsi saranno realizzati in collaborazione con gli ospedali di Roma, la squadra mobile, l’Arma, il ministero dello Sviluppo economico e l’Inail. "La richiesta di formazione da parte degli operatori non è solo in itinere ma è soprattutto iniziale", spiega Fabrizio Battistelli, presidente dell’Archivio disarmo e professore di sociologia a La Sapienza. Gli agenti delle volanti, chi sta nei commissariati e il personale dei pronto soccorso "vogliono avere almeno una conoscenza di base di come ci si comporta in casi di stupro, percosse o altre forme di abusi". Altra esigenza che si evince dalla ricerca – presentata ieri nella sede dell’Associazione stampa estera – è "il bisogno, sia degli operatori sanitari sia delle forze dell’ordine, di fare rete con altri soggetti, come i servizi sociali comunali, le associazioni, i centri anti-violenza", continua Battistelli. Il colonnello dei carabinieri Roberto Massi ha invece sottolineato anche "la necessità di fare prevenzione", mentre Francesca Monadi, vice dirigente della squadra mobile di Roma, ha richiamato l’attenzione sull’importanza che anche gli operatori sanitari sappiano "cosa succede nei casi di violenza sulle donne sia dal punto di vista investigativo e giudiziario sia da quello della seconda accoglienza". Ma anche chi sta dietro gli sportelli d’ascolto contro le molestie sessuali sul lavoro deve avere un’infarinatura del problema. "Spesso i disagi lavorativi delle donne nascondono casi di abuso", aggiunge Mirella Ferlazzo, presidente del Comitato Pari opportunità del ministero dello Sviluppo economico.