400 cani maltrattati in un rifugio gestito da associazione fantasma nel foggiano

redazione

Quattrocento cani tra cui molti cuccioli, ben oltre il limite numerico consentito, tenuti in pessime condizioni in un canile del foggiano, in assenza di autorizzazioni sanitarie. È quanto emerso dai controlli effettuati dal personale del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Foggia e del Comando Stazione Forestale di Manfredonia, con l’ausilio del Servizio Veterinario della ASL locale, a Cerignola presso il Canile comunale gestito da un’associazione convenzionata.

Le verifiche sono state estese anche ad alcuni locali adibiti a ricovero per animali, di proprietà di una donna del luogo, presidente e responsabile dell’associazione. All’interno di tali strutture erano custoditi oltre a vari cani, anche tre cavalli, tutti privi di microchip e, insolito dettaglio, un cinghiale. Molti cani in affidamento non erano stati sottoposti ai minimi trattamenti sanitari prescritti per legge, ovvero la sterilizzazione e l’assistenza sanitaria da parte del veterinario convenzionato con l’Associazione che tra l’altro non risultava nell’apposito registro delle associazioni.

Gli animali vivevano in condizioni precarie e in assenza dei requisiti minimi necessari a garantirgli benessere,  in condizioni igienico-sanitarie carenti. La struttura, tra l’altro, già in passato era stata dichiarata non idonea dal Servizio Veterinario competente della ASL di Cerignola.

Al termine dei controlli i Forestali hanno sottoposto a sequestro gli oltre 400 cani non regolarmente detenuti, cinghiale, cavalli e l’intera struttura. Al fine di garantire la sopravvivenza degli animali e le cure di cui necessitano l’intera struttura è stata affidata alla disponibilità del sindaco di Cerignola, quale Autorità sanitaria comunale.  

Sono in corso ulteriori indagini sull’ “associazione fantasma” e sulla convenzione con il Comune, ormai scaduta da diverso tempo e mai rinnovata.

Tre sono le denunce della Forestale a responsabili e presidente dell’associazione, ora dovranno rispondere di presunti maltrattamento animale e truffa aggravata ai danni dell’ente comunale.