41 bis, Ionta: ripartire i detenuti in poche sedi

Paola Fusco

Ripartire in poche sedi i detenuti sottoposti al 41 bis, il cosiddetto carcere duro, e pensare a una rotazione del personale del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria, che ha il compito di garantire il buon funzionamento della detenzione speciale. È la soluzione a cui mira il capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap), Franco Ionta, a fronte “delle scelte del Parlamento e del Governo in materia di 41 bis, che porteranno a concentrazioni ulteriori di detenuti rispetto a quelle attuali, e che richiederanno un ulteriore sforzo da parte del Gom”. In occasione della cerimonia per il decennale del Gom, oggi a Roma, Ionta ha ricordato che questi agenti sono “un gruppo di eccellenza e non dei privilegiati”. La loro attività è “preziosa, talvolta oscura, silenziosa”; è un lavoro che richiede un “sacrificio quotidiano” per la sicurezza degli istituti penitenziari e del Paese. Tra l’altro, i Gom vengono utilizzati per “gravi situazioni gestionali”, ad esempio in caso di rivolte nelle carceri. Attualmente i detenuti affidati al Gom sono 529, di cui 7 collaboratori di giustizia. I detenuti sottoposti al regime del 41 bis sono distribuiti in 12 reparti di altrettante sedi penitenziarie, dislocate sull’intero territorio nazionale.