"Anche se la provincia di Herat, posta sotto il comando italiano, sarà la prima ad essere riconsegnata alle autorità locali il numero dei militari italiani in Afghanistan non diminuirà e anzi è destinato a salire già entro la fine dell’anno". Lo ha annunciato il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dopo che nei giorni scorsi il comandante della missione Isaf, David Petraeus, aveva delineato il quadro della situazione per i prossimi anni. "Ora, i militari italiani in Afghanistan sono a quota 3.850 e aumenteranno ancora fino a 4.000 entro l’anno; anzi, avremmo dovuto già essere 4.000 a settembre e invece ci arriveremo entro il 2010. Inoltre, il saldo dei militari italiani in Afghanistan resterà invariato anche dopo la consegna di Herat, tenendo conto degli impegni che abbiamo e dei rientri previsti – ha spiegato il Ministro La Russa. Il premier Berlusconi è orientato ad accogliere la richiesta, che ci è pervenuta da più parti, di dare disponibilità per ulteriori addestratori sia delle forze armate che della polizia. Potrebbero essere 200, ad esempio 100 carabinieri e 100 addestratori militari, arrivando così a 4.200 militari italiani in Afghanistan. E’ pacifico il fatto che alcune zone dell’Ovest dell’Afghanistan, dove il comando è italiano, siano già in condizione di essere restituite agli afghani, sia dal punto di vista politico che da quello della sicurezza e militare. A Herat, questa condizione si è in pratica già realizzata ma nel corso del 2011 diverse zone, soprattutto attorno alle città già sufficentemente controllate, potranno essere affidate al controllo afghano. Così, gli uomini che potremo liberare potranno rafforzare le altre zone dell’Ovest, sempre a comando italiano, dove i pericoli continuano a rimanere alti. Potremo anche destinarli, in parte, a incrementare il numero degli addestratori creando un circuito virtuoso che renda sempre più veloce la possibilità di affidare tutta la zona agli afghani e, assieme alle altre nazioni che partecipano alla missione Isaf, fare infine ritorno in Patria".
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