Albania: la GdF a caccia di cannabis

Leonardo Ricci

Oltre 500 piantagioni di cannabis indica, praticamente pronte per essere trasformate in oltre  1.000 tonnellate di marijuana da esportare sui mercati clandestini dell’Unione Europea e soprattutto in quelli italiani, sono state scoperte in territorio albanese grazie ad un aero della Guardia di Finanza.

L’attività “estera” del velivolo protagonista di questo importante risultato nel contrasto al traffico internazionale di droga, rientra in una cooperazione internazionale tra l’Italia e l’Albania nell’ambito della quale quale la Guardia di Finanza, presente dal 1997 con il suo Nucleo di Frontiera Marittima di stanza a Durazzo, svolge compiti operativa e addestrativa in favore della Polizia di Confine albanese per la vigilanza delle frontiere marittime e per la prevenzione dei traffici illegali che partono dalle coste balcaniche verso il confine sud-orientale dell’Unione Europea.

Proprio in queste attività di collaborazione, siglate nel giugno 2012 con un protocollo tra il nostro Ministero dell’Interno e quello della Repubblica Albanese, vengono definite le linee-giuda attraverso le quali il Servizio Aereo della Guardia di Finanza effettua con suoi velivoli la sorveglianza sulle aree interne del Paese delle Aquile.

L’attività di vigilanza aerea, che in questo caso è stata compiuta con un aereo Piaggio P166 DP1 del Gruppo Esplorazione Aeromarittima (G.E.A.) della Guardia di Finanza, con base presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare (RM), si è avvalsa di particolari apparecchiature di rilevamento come le fotocamere digitali ed i sensori iperspettrali di ultima generazione.

Queste modernissime strumentazioni, unite all’esperienza e alla professionalità dei finanzieri del G.E.A., hanno portato anche quest’anno a ottenere lusinghieri risultati nella lotta al crimine organizzato che amministra tutta la “filiera” del traffico di droga, dalla coltivazione degli stupefacenti fino al trasporto e alla vendita al dettaglio sul territorio nazionale ed europeo.

Per il compimento di questa impegnativa campagna di investigazione aerea, protrattasi per otto settimane, oltre al velivolo Piaggio P166 DP1, sono stati rischierati presso la base aerea di Tirana, un’equipe composta da finanzieri del Gruppo Esplorazione Aeromarittima e da ricercatori della Seconda Università degli Studi di Napoli, a cui è stato affidato il compito di elaborare in tempi piuttosto contenuti la gran massa di dati acquisiti durante le quotidiane missioni di volo e che andranno ora a rafforzare le competenze su questo fenomeno illegale che ha un’incidenza diretta sul nostro Paese.

L’intesa operativa raggiunta con la Polizia albanese ha così reso possibile individuare decine e decine di ettari destinati alle coltivazioni di cannabis (la maggior parte occultate in aree difficilmente accessibili a causa della folta vegetazione tipica della zona montagnosa interna del Paese balcanico), con la successiva eradicazione di centinaia di migliaia di piante, che avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali del narcotraffico guadagni stimati in almeno 4 miliardi di euro.