Alimenti contaminati: boom di segnalazioni dall’Italia

Riccardo Fraddosio

È l’Italia il primo Paese Ue per numero di segnalazioni sugli alimenti contaminati. Il dato emerge dalla Relazione del 2014 sul sistema di allerta europeo (Rasff) pubblicata dal ministero della Salute (www.salute.gov.it). Salmonella, Escherichia coli e Listeria monocytogenes sono i contaminanti microbiologici che più si nascondono nel cibo. Riscontrati in gran quantità anche residui di fitofarmaci, micotossine e metalli pesanti. Numerose le segnalazioni sulla presenza di sostanze allergeniche non dichiarate, in attesa che l’etichettatura europea (in vigore dal 13 dicembre 2014) muova i primi passi.

Se in testa ai Paesi più soggetti a notifica ci sono Cina, Turchia e India, in Europa è l’Italia a fare la parte del leone. In tutto sono ben 3097 le notifiche trasmesse dal nostro Paese, dato in leggero calo rispetto all’anno scorso (3136 segnalazioni) ma che conferma l’efficienza dei meccanismi di controllo sul territorio nazionale. La maggior parte delle segnalazioni sono arrivate dagli Uffici periferici del Ministero della Salute (369 irregolarità), Assessorati della Sanità, ASL e Comando dei Carabinieri per la tutela della salute. “Per quanto riguarda le categorie di prodotti – si legge nella relazione – le principali non conformità sono state riscontrate nella frutta e nei vegetali, nei prodotti della pesca, nell’alimentazione animale e nella frutta secca”. La frutta secca però vede calare il numero di notifiche, mentre su vegetali e  integratori alimentari è stato rilevato “un aumento di irregolarità”. Non mancano le segnalazioni su prodotti tipicamente italiani, che in gran parte sono state trasmesse da altri Stati Membri (61 su 89). Fra le regioni interessate in prima fila ci sono quelle del Nord Italia: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. In sesta posizione la Campania. Secondo la relazione, rispetto agli anni passati “risultano più adeguate le tempistiche di risposta da parte dei punti di contatto regionali” anche se in diversi casi c’è ancora “poca efficacia per la rintracciabilità da parte degli Operatori del settore alimentare (OSA)”.

Il boom di notifiche non è necessariamente un segnale negativo. Secondo numerosi esperti del settore, l’alto numero delle segnalazioni è indice di un buon livello di controllo da parte degli organismi italiani. Non sono i prodotti nazionali quelli più a rischio. Proprio nei giorni scorsi è stato lanciato dall’Italia un allarme su formaggi austriaci contaminati da Listeria monocytogenes, batterio responsabile della Listeriosi. Ancor più emblematico è il caso formaggio francese «Camembert Calvados», commercializzato in Italia e in numerosi Paesi Ue, in cui sono state trovate tracce di Escherichia coli.