Ancora roghi in Grecia, ma cala il vento

Paola Fusco

  La Grecia brucia ancora. Per il terzo giorno consecutivo le fiamme continuano a devastare la regione dell’Attica a Nord Est di Atene, costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case, anche se la situazione, stando a quanto comunicato dal comando dei vigili del fuoco, comincia a migliorare. Il cielo sopra la Capitale è infatti sgombro del fumo che lo aveva ricoperto nelle ultime 36 ore: il calo di intensità dei venti ha offerto una breve tregua ai pompieri greci impegnati contro i violenti incendi che da due giorni devastano l’area a una ventina di chilometri a nord di Atene. “La situazione è migliorata, grazie alla caduta della forza dei venti, da 8 a 6 Beaufort” ha detto un portavoce dei vigili del fuoco precisando che le fiamme sono sotto controllo ad Aghios Stephanos, la cittadina di 10.000 abitanti teatro domenica di un esodo di massa, e a Pallini mentre continuano a divampare nelle zone di Maratona e Dionisyos, quest’ultima sotto il monte Pendeli, da dove il fuoco era partito la notte tra venerdì e sabato scorsi. Le fiamme hanno d’altra parte raggiunto Nea Makri sulla costa. In queste località gli incendi continuano a minacciare le zone abitate. La mobilitazione dei vigili del fuoco, sui quali comincia a pesare la stanchezza, rimane totale: un migliaio di uomini, tra pompieri, soldati e volontari, restano sul campo assistiti da centinaia di autoveicoli e mezzi aerei, compresi 2 Canadair italiani e uno francese, mentre se ne attendono altri anche da Austria e Cipro. Non vi sono vittime e i danni alle abitazioni sono limitati, ma quelli ambientali e agricoli appaiano enormi nella regione, con più di 10.000 di ettari in fumo e la paralisi delle attività economiche. Non si conoscono ancora le cause degli incendi nell’Attica, anche se resta accreditata l’ipotesi di dolo a fini di speculazione edilizia.