Attacchi informatici: cloud, 5G e machine learning i bersagli più a rischio nel 2020 secondo gli esperti Sophos

redazione

Sophos (LSE: SOPH), leader globale nella sicurezza degli endpoint e della rete, svela i trend della cybersicurezza per il nuovo appena cominciato.

 

Il panorama della sicurezza informatica è stato attraversato da importanti cambiamenti nel corso del 2019 e Sophos ha identificato quattro principali tendenze che dovranno essere tenute d’occhio con attenzione nel corso del 2020.

 

Il ransomware alza la posta in gioco

 

Nel 2020, il ransomware diventerà ancora più aggressivo, modificando o aggiungendo alcune delle sue caratteristiche, al fine di ingannare alcuni sistemi di protezione.

Mark Loman, director of engineering for next-generation tech di Sophos spiega: “Dovremo aspettarci attacchi ransomware attivi ed automatici che sfrutteranno la distrazione degli utenti con strumenti automatizzati per causare il maggior danno possibile”.

Criptando solo una parte relativamente piccola di ogni file o avviando il sistema operativo in modalità diagnostica, in cui la protezione anti-ransomware spesso non è disponibile, gli autori degli attacchi riusciranno a schivare la maggior parte delle difese. Il ransomware continuerà a essere uno dei principali protagonisti del panorama delle minacce e questo non cambierà fino a quando le vittime saranno facilmente individuabili.

 

Cloud sotto attacco

 

Sophos ritiene che piccoli passi falsi condurranno a gravi violazioni del cloud. Flessibilità è la parola chiave parlando di cloud computing, ma quando arriva il momento di affrontare il tema della messa in sicurezza, tutta la flessibilità e la semplicità potranno rivelarsi armi a doppio taglio.

Nel 2020, piccole sviste potranno portare a pericolose esposizioni ad attacchi informatici per le grandi aziende. La vulnerabilità più grande per il cloud è la configurazione scorretta: poiché i sistemi cloud diventano sempre più complessi e flessibili, il margine di errore aumenta sensibilmente. Questo aspetto, unito a una generale mancanza di visibilità, rende gli ambienti cloud il bersaglio ideale per i cybercriminali. Per questo motivo, proteggere i dati archiviati in cloud richiede l’utilizzo di strumenti specifici, anche in considerazione del fatto che il modello di attacco è molto diverso da quello che colpisce server o pc.

 

 

I rischi dei modelli di rilevamento basati su machine learning

 

Il machine learning è ormai un elemento essenziale della strategia di sicurezza informatica delle aziende e i cybercriminali sono perfettamente consapevoli come venga utilizzato per contrastare i loro attacchi. In risposta a questa strategia, chi attacca si impegnerà nel cercare di disinnescare questi sistemi di sicurezza basati sul machine learning. Nei prossimi anni è facile prevedere la crescita del tasso di adozione di tecniche tratte dalla comunità del machine learning scientifico da parte del mercato della cybersecurity. Ciò porterà i sistemi di protezione a prendere decisioni in semi o totale autonomia per tutelare le informazioni e gli utenti.

Le aziende devo essere pronte ad implementare un approccio alla sicurezza multistrato e per farlo la soluzione può essere molto semplice: unendo risorse umane specializzate nella lotta agli attacchi informatici a tecnologie come il deep learning, le aziende potranno rilevare e contrastare gli attacchi più complessi molto più velocemente.