Aumenti indiscriminati prezzi carburante: la GdF fa luce sul caso

Ernesto Bruno

Rialzo fraudolento del prezzo dei carburanti derivante da manovre speculative in danno dei consumatori, questo è quanto emergerebbe da un’indagine che i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Varese avviarono un anno fa da un esposto presentato dal Codacons.

L’indagine delle Fiamme Gialle varesine – che ha preso in esame il periodo che va dal gennaio 2011 al marzo 2012 – si è articolata, in una prima fase, attraverso la valutazione delle diverse dinamiche che concorrono alla formazione del prezzo dei prodotti petroliferi: dalla determinazione del prezzo internazionale, al margine lordo dell’industria petrolifera, alla tassazione, ecc., nonché all’esame della documentazione acquisita presso le compagnie petrolifere attinente sia l’origine, sia l’andamento dei prezzi dei carburanti e finanche dei motivi che determinano le variazioni di prezzo in aumento, ed in diminuzione, dei prodotti da idrocarburi.

Unitamente all’Autorità Giudiziaria inquirente, i militari della Guardia di Finanza hanno poi esaminato i documenti relativi alle iniziative e alle istruttorie intraprese nel tempo dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’Unione Petrolifera.

Le attività investigative hanno successivamente preso un taglio più tecnico attraverso l’analisi dell’intera filiera distributiva. Tale analisi aveva il fine di individuare eventuali ostacoli allo sviluppo degli impianti che non recano i marchi delle Compagnie Petrolifere (c.d. “no-logo”), nonché verificare l’esistenza di “meccanismi” atti ad impedire la libera concorrenza sul settore e le modalità di determinazione dei prezzi, dal costo della materia prima ai prezzi applicati dalla rete distributiva attraverso un confronto delle tariffe inerenti alle diverse modalità di erogazione dei carburanti (“servito”, “fai-da-te” e “no-logo”).

I finanzieri hanno anche proceduto al raffronto con i prezzi praticati negli altri Paesi dell’Unione Europea nello stesso periodo rilevando, proprio in Italia, prezzi maggiori rispetto alla media dei prezzi praticati nel resto dell’Unione Europea, perlopiù a causa dell’inadeguatezza della rete distributiva nazionale.

Gli accertamenti sono quindi proseguiti nel verificare se le compagnie petrolifere avessero attuato una particolare forma di “transfer pricing” (attuata attraverso operazioni intracomunitarie di cessione e riacquisto di prodotti petroliferi), avendo come controparte proprie imprese consociate.

Tale condotta, infatti, consente di ottenere una forma di risparmio fiscale ma che, parallelamente, determinerebbe un innalzamento dei prezzi alla pompa praticati in Italia.

A conclusione delle indagini, il GIP del Tribunale di Varese ha riconosciuto l’esistenza di un rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative commesse dai vertici Compagnie Petrolifere in danno degli utenti finali, ma le cui sedi sono ubicate fuori dal territorio di Varese.

Per tali ragioni tutta la documentazione investigativa sin qui prodotta è stata già trasmessa, per competenza territoriale, alle Procure della Repubblica di Milano e Roma.