Benevento, perquisizione in carcere: trovato telefono cellulare in una cella

Claudia Pollara

Il SAPPE rinnova la richiesta di un incontro al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a seguito della perquisizione in carcere nella Casa circondariale di BENEVENTO in cui la Polizia Penitenziaria ha rinvenuto un telefono cellulare.

DONATO CAPECE, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, dichiara: “E’ stato rinvenuto uno smartphone con relativo caricatore all’interno di un pacco di lenticchie sigillato, nascosto in un sottofondo creato ad arte, poi anche un libro con un incavo per poter alloggiare uno smartphone, in una stanza di un detenuto Alta Sicurezza di origini Napoletane. Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rinnoviamo l’invito a dotare i Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani. Il rinvenimento è avvenuto – spiega Capece – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio. ulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
Donato Capece  sottolinea : “Sollecito nuovamente il Ministro della Giustizia Bonafede a convocare un incontro sul tema delle carceri che, con il crescente sovraffollamento e l’elevato numero di eventi critici, stanno tornando incandescenti. È  opportuno che Bonafede  incontri quanto prima chi rappresenta le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, che lavorano quotidianamente con grande stress e disagio nelle sovraffollate carceri italiane caratterizzate da costante violenza contro gli Agenti. Vorremmo che ci ascoltasse, che sentisse l’opinione di chi in galera ci lavora tutti i giorni, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, anche alla luce di alcune decisioni del Capo Dipartimento Francesco Basentini che non ci piacciono, non sono trasparenti, non sono utili necessarie ed efficaci. Magari potremmo dare il nostro contributo per risolvere le costanti criticità di un sistema carcerario che ha bisogno urgente di interventi, anche a tutela di chi lavora in prima linea come i poliziotti”.