Biometria, consumatori ancora “scettici”

Paola Fusco

    Circa il 70% dei consumatori ritiene che le password e i codici PIN siano i mezzi più sicuri per verificare le identità delle persone nella gestione delle relazioni con banche, enti pubblici e privati; meno della metà degli intervistati si fida, e quindi si affiderebbe, alle tecnologie biometriche come la scansione del volto (44%) o il rilevamento dei vasi sanguigni (38%). Questo scenario emerge da un recente studio promosso da Unisys, società leader nella fornitura di servizi e soluzioni di Information Technology, che analizza il livello di penetrazione della biometria nel tessuto sociale mondiale. Recenti indagini di mercato hanno previsto una crescita nell’adozione delle tecnologie biometriche nei prossimi anni con percentuali a due cifre – tasso annuo composito (CAGR, Compound Annual Growth Rate) superiore al 20% entro il 2012. La ricerca Unisys, tuttavia, registra un generale scetticismo e rileva come i progressi tecnologici compiuti da queste tecnologie abbiano portato oggi in luce interessanti aspetti socio-culturali. La poca fiducia dei consumatori verso la biometria  infatti evidenzia una scarsa conoscenza su questo tema da parte dei singoli cittadini e, di conseguenza, sul valore – in termini di risultati – che le tecnologie biometriche possono garantire: privacy personale, sicurezza fisica, tutela dei dati sensibili. Rispetto alle tecnologie biometriche attualmente diffuse, i consumatori considerano affidabile solo la lettura delle impronte digitali (67% degli intervistati); non a caso le previsioni di mercato sottolineano che questa tecnologia, insieme al riconoscimento del volto e alla scansione dell’iride, sarà responsabile entro il 2010 dell’80% del mercato biometrico (2). In questo lasso di tempo si affiancheranno a queste modalità nuovi strumenti più complessi, quali i sistemi di riconoscimento vocale, la scansione della mano e la rilevazione della forma dell’orecchio. La  ricerca Unisys ha evidenziato, inoltre, come la propensione verso le tecnologie biometriche sia maggiore nelle zone geografiche dove la pubblica amministrazione e il mondo aziendale hanno già implementato sistemi di biometria, in particolare in Malesia, Australia e Gran Bretagna. Nel Regno Unito, ad esempio, già dalla scorsa estate presso l’aeroporto di Manchester sono entrati in funzione sistemi di immigrazione automatizzati, che eseguono controlli di riconoscimento sui passeggeri in possesso dei passaporti di nuova generazione; sempre in UK stanno attualmente valutando una diffusione della biometria più ampia con progetti su scala nazionale relativi a carte d’identità elettroniche. In altri paesi all’avanguardia, come ad esempio ad Hong Kong inoltre, i consumatori dichiarano di cominciare a nutrire un certo scetticismo verso mezzi di autenticazione tradizionali quali PIN e password, prediligendo la scansione delle impronte digitali. Dal punto di vista della privacy delle informazioni, metà degli intervistati si è detta “molto” o “estremamente preoccupata” che altri individui vengano in possesso di dati sensibili senza il loro consenso diretto o addirittura a loro insaputa. L’aspetto a loro avviso più preoccupante è la possibilità che la tecnologia biometrica sia sfruttata per scopi diversi da quelli previsti e che la sua capacità di tracking, soprattutto quando il sistema viene utilizzato in più ambienti, accresca il rischio che i dati siano impiegati per scopi differenti dall’originale. “L’elemento che unisce i consumatori è la paura nei confronti di una tecnologia nuova e ancora poco conosciuta, verso la quale non si è istintivamente spinti da un sentimento di fiducia”, spiega Alessandra Girardo, Marketing Director Continental Europe Enterprise Security di Unisys.”Le informazioni biometriche sono invece molto più sicure rispetto alle password e ai codici PIN perché si basano su caratteristiche personali esclusive, impossibili da contraffare. Oggi è fondamentale che le organizzazioni e i fornitori si impegnino a diffondere una maggiore cultura rispetto ai benefici concreti che le tecnologie biometriche possono apportare nella vita di tutti i giorni, proprio perché la loro accettazione avvenga anche sul piano sociale”.