Bollate, ancora violenza in carcere. Sappe: “situazione insostenibile: basta!”

redazione

Ancora al centro delle violenze il carcere di Bollate, dove sabato pomeriggio si è contato l’ennesimo grave evento critico. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che per voce del Segretario Regionale per la Lombardia, Alfonso Greco, fornisce il resoconto del pomeriggio di follia: “Ancora una volta la Polizia Penitenziaria è costretta a subìre la violenza di alcuni detenuti che si sentono impuniti tra le sbarre. Sabato pomeriggio è successo che un detenuto marocchino – E. K., 32 anni, ristretto per i reati di rissa, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi, rapina e spaccio di sostanze stupefacenti, con fine pena agosto 2018 – ubicato presso il Reparto art 21 op dove svolge attività lavorativa come scopino, verso le 14 senza autorizzazione alcuna è uscito dal reparto per recarsi al primo piano dell’Infermeria per salutare un suo paesano. Giunto in reparto, il poliziotto penitenziario correttamente non lo faceva entrare e il detenuto ha estratto una lametta e gli si è scagliato contro provocandogli un ferita da taglio alla mano. Il poliziotto è stato accompagnato in ospedale mentre il detenuto in isolamento: anche qui ha creato disordini ed è stato trasferito in infermeria. vicino al suo paesano: insomma, ha ottenuto quel che voleva. Assurdo: questo è quel che succede nel carcere a trattamento avanzatissimo di Bollate!”
Greco denuncia che “questo detenuto a febbraio ha aggredito 4 colleghi in area trattamentale e oltre ad non essere stato trasferito ha continuato a muoversi liberamente nei Reparti cercando i colleghi che lo avevano trattenuto il quella aggressione. Il collega aggredito oggi era uno di quelli ed altri avevano espressamente messo per iscritto. Qui i detenuti fanno quel che vogliono, si sentono i padroni e questo perché le maglie della sicurezza sono state talmente allentate, tanto che aggredire i poliziotti penitenziari sembra essere diventato un passatempo! Basta: aprite gli occhi, dico a tutti coloro che pensano a Bollate come un carcere all’avanguardia. I poliziotti penitenziari non possono sopportare più queste vergogne”.
Pieno sostegno alla protesta dei poliziotti del SAPPE di Bollate arriva da Donato Capece, segretario generale del Sindacato: “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinchè le giuste proteste dei colleghi di Bollate trovino attenzione e conseguenti provvedimento. Il dato oggettivo è che anche questa denuncia ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. La situazione nelle carceri resta allarmante. E a Bollate è particolarmente grave, con il serio rischio che si confondano le acque tra aggressori e aggrediti…”. “Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto”, conclude Capece. “Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere di Bollate. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria”.