Camorra, duro colpo ai Casalesi

Tiziana Montalbano

I finanzieri Gico di Napoli hanno arrestato Paolo Diana, noto imprenditore casertano operante nel settore del commercio di veicoli e del trasporto merci. Contestualmente sono stati eseguiti sequestri preventivi di beni, aziende e depositi bancari, di cui una parte nella zona della provincia di Roma.
Il reato contestato all’ indagato e’ quello di associazione di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. L’ operazione costituisce l’ esito di indagini delegate dalla Dda di Napoli, al Nucleo di Polizia Tributaria Gdf di Napoli e hanno avuto origine dalle dichiarazioni di ben undici collaboratori di giustizia che concordemente hanno indicato Paolo Diana, detto "Scarpone", coadiuvato dai figli Nicola e Pasquale, come fiancheggiatore del "Clan dei Casalesi", riferendo, in
particolare, che Paolo Diana: forniva autovetture e denaro agli affiliati; assicurava appoggi logistici per agguati mortali; metteva a disposizione le proprie abitazioni come basi di appoggio durante la guerra tra le diverse fazioni del clan; incontrava personalmente, appartenenti al sodalizio criminale
durante la loro latitanza; ospitava presso le proprie abitazioni, latitanti e camorristi del calibro di Domenico Bidognetti alias "Bruttaccione ", Luigi Guida alias "Gigino ‘ o drink", Egidio Coppola alias "Brutos", soggetti al vertice del clan dei casalesi; fungeva da intermediario per fissare incontri fra
affiliati e latitanti con amministratori pubblici. L’ attivita’ di riscontro delle predette dichiarazioni ha consentito di rilevare come Paolo Diana ha effettivamente intrattenuto rapporti, stabili e non occasionali, con esponenti delle varie fazioni del cartello camorristico denominato "Clan dei casalesi": in considerazione della qualita’ di imprenditore e’ apparso doveroso approfondire le indagini
sulla provenienza e sulle modalita’ di incremento dell ‘ ingente patrimonio familiare. Le indagini patrimoniali hanno, cosi’, permesso di appurare che Paolo Diana ed i suoi piu’ stretti con giunti dispongono di un patrimonio – costituito da beni mobili, immobili, aziende e disponibilita’ finanziarie – assolutamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati o alle attivita’ economiche esercitate: a titolo esemplificativo, gli accertamenti svolti hanno permesso di appurare che Paolo Diana – il quale, negli ultimi venti anni, non ha mai dichiarato redditi ed e’ titolare unicamente di una ditta individuale che, peraltro, non ha mai presentato alcuna dichiarazione ai fini dell’ Iva – disponeva, presso una sola dipendenza bancaria, di certificati di depositi per un valore complessivo pari a 1.500.000,00 euro. Sono stati quindi sequestrati 5 societa’ e 3 ditte individuali, 43 immobili (24 in provincia di Caserta e 19 in provincia di Roma, quote di proprieta’ di ulteriori 27 immobili (24 in provincia di Caserta e 3 in provincia di Roma, 8 automezzi, 9 quote societarie e 103 rapporti bancari e assicurativi. Il tutto, per un valore complessivo pari a 15.000.000 di euro circa e disponibilita’ finanziarie per un valore complessivo pari a 2.500.000 di euro circa.