Cani pericolosi: ANMVI pronta con un piano di intervento

Tiziana Montalbano

“Il randagismo in Italia ha raggiunto livelli d’emergenza di cui le amministrazioni devono farsi carico”. Così Carlo Scotti, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, commenta con dolore e indignazione il caso del bambino rimasto vittima a Benevento dell’aggressione di animali randagi, secondo le prime indicazioni del medico legale. E ricorda al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali la proposta, avanzata ormai da più di due anni, di avvalersi da subito di una rete di strutture veterinarie private (LeaVet) presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, già pronte a fronteggiare i numeri esponenziali del randagismo. “Solo le strutture veterinarie private, numericamente adeguate (circa 7.000) e debitamente attrezzate e autorizzate, sono in grado di mettere in pratica un piano di sterilizzazione a tappeto degli animali senza proprietario” ha spiegato Scotti “sono già pronte, non occorre investire denaro pubblico per realizzarle, basta solo che le pubbliche amministrazioni decidano. Il controllo delle nascite rappresenta infatti il metodo più efficace e rapido per riportare il fenomeno entro standard di governabilità. Oggi non è così e le nascite fuori controllo rendono del tutto inadeguate e insufficienti le strutture di ricovero di questi animali. Sempre che ognuno faccia la propria parte e si combatta il business del randagismo, dei canili lager, stroncando finalmente gli interessi di chi non vuole che il randagismo sia inteso come fenomeno a termine. Occorre affrontare il randagismo come un fenomeno centrale per la salute e la sicurezza dei cittadini, senza demagogiche proposte di servizio veterinario mutualistico che si sa bene che la nostra economia non è in grado di sopportare e che perpetuerebbero solo situazioni fallimentari". L’ ANMVI si aspetta ora che il Ministero prenda in mano la situazione e attivi al più presto un coordinamento di interventi basato sulla sua proposta. I medici veterinari italiani privati si dicono pronti e in attesa di essere coinvolti.