Capece (Sappe): “Amministrazione Penitenziaria assesta un colpo mortale alla sicurezza delle carceri chiudendo le centrali Opertive Regionali

redazione

“L’Amministrazione Penitenziaria si sta prodigando per dare un colpo mortale alla sicurezza delle carceri e ai servizi operativi del Corpo di Polizia Penitenziaria predisponendo, unilateralmente!, la chiusura delle Centrali Operative Regionali della Polizia Penitenziaria, che sono presidi di sicurezza sul territorio. Chiediamo al Ministro della Giustizia Andrea Orlando di fermare questo scempio, che farebbe tornare il Corpo indietro di trent’anni e minerebbe l’identità stessa di un Corpo di Polizia dello Stato”.
Lo denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
Ieri, il SAPPE e le altre OO.SS della Polizia Penitenziaria, si sono incontrati con il direttore generale del personale del DAP, Pietro Buffa, ideatore della proposta.
“Non si può promettere più sicurezza e poi chiudere presidi di legalità sul territorio”, prosegue Capece. “A Buffa ho chiesto in quale direzione intenda andare l’Amministrazione Penitenziaria, che con questa scellerata proposta di chiudere le Centrali Operative Regionali – CC.OO.RR – delegittima il ruolo di Corpo di Polizia dello Stato alla Polizia Penitenziaria, facendole fare un triplice salto all’indietro, mortificando le professionalità acquisite e la specificità del servizio delicato ed importante, svolto anche con un considerevole dispendio di risorse finanziare per il personale e le strutture in uso. Non va dimenticato, infatti, che il personale delle CC.OO.RR è stato formato per il servizio che svolge e la loro realizzazione stessa ha assolto a diverse esigenze organizzative del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che a livello nazionale ha istituito la Centrale di coordinamento con compiti di pianificazione, programmazione, coordinamento e controllo. Le strutture regionali si avvalgono di una rete di ponti radio attraverso i quali con un sistema criptato possono essere seguite tutte le operazioni di smistamento e distribuzione dei detenuti nelle diverse fasi della reclusione. A loro è demandato il servizio di controllo dei sistemi di allarme delle carceri e si avvalgono dell’ausilio delle centrali operative anche i servizi di traduzione e di sicurezza da esse coordinate. Non è un caso, infatti, che proprio il DAP, nell’indicare le attività delle CC.OO.RR, diede la nozione dei “servizi di sicurezza”, con lo scopo di rendere una regola di trattamento unitaria per tutte le attività rientranti nella fattispecie: sono stati compresi nella categoria tutti i servizi di polizia di sicurezza del Corpo di polizia penitenziaria (tutela e scorte, attività investigativa ecc.) che possono usufruire e usufruiscono del supporto delle centrali”.
“Ora tutto questo viene messo repentaglio dalla ennesima “cervellotica” decisione del DAP”, conclude Capece, “che evidentemente fatica a “digerire” che il Corpo di Polizia Penitenziaria è un Corpo di Polizia dello Stato a tutti gli effetti e che vorrebbe farci tornare all’era “delle stellette militari”.
Il SAPPE si appella al Ministro della Giustizia Andrea Orlando perché “blocchi questa scellerata proposta” e preannuncia iniziative di protesta in tutta Italia.
Lo denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
Ieri, il SAPPE e le altre OO.SS della Polizia Penitenziaria, si sono incontrati con il direttore generale del personale del DAP, Pietro Buffa, ideatore della proposta.
“Non si può promettere più sicurezza e poi chiudere presidi di legalità sul territorio”, prosegue Capece. “A Buffa ho chiesto in quale direzione intenda andare l’Amministrazione Penitenziaria, che con questa scellerata proposta di chiudere le Centrali Operative Regionali – CC.OO.RR – delegittima il ruolo di Corpo di Polizia dello Stato alla Polizia Penitenziaria, facendole fare un triplice salto all’indietro, mortificando le professionalità acquisite e la specificità del servizio delicato ed importante, svolto anche con un considerevole dispendio di risorse finanziare per il personale e le strutture in uso. Non va dimenticato, infatti, che il personale delle CC.OO.RR è stato formato per il servizio che svolge e la loro realizzazione stessa ha assolto a diverse esigenze organizzative del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che a livello nazionale ha istituito la Centrale di coordinamento con compiti di pianificazione, programmazione, coordinamento e controllo. Le strutture regionali si avvalgono di una rete di ponti radio attraverso i quali con un sistema criptato possono essere seguite tutte le operazioni di smistamento e distribuzione dei detenuti nelle diverse fasi della reclusione. A loro è demandato il servizio di controllo dei sistemi di allarme delle carceri e si avvalgono dell’ausilio delle centrali operative anche i servizi di traduzione e di sicurezza da esse coordinate. Non è un caso, infatti, che proprio il DAP, nell’indicare le attività delle CC.OO.RR, diede la nozione dei “servizi di sicurezza”, con lo scopo di rendere una regola di trattamento unitaria per tutte le attività rientranti nella fattispecie: sono stati compresi nella categoria tutti i servizi di polizia di sicurezza del Corpo di polizia penitenziaria (tutela e scorte, attività investigativa ecc.) che possono usufruire e usufruiscono del supporto delle centrali”.
“Ora tutto questo viene messo repentaglio dalla ennesima “cervellotica” decisione del DAP”, conclude Capece, “che evidentemente fatica a “digerire” che il Corpo di Polizia Penitenziaria è un Corpo di Polizia dello Stato a tutti gli effetti e che vorrebbe farci tornare all’era “delle stellette militari”.
Il SAPPE si appella al Ministro della Giustizia Andrea Orlando perché “blocchi questa scellerata proposta” e preannuncia iniziative di protesta in tutta Italia.