Carabinieri, nasce l’Istituto di tecniche investigative

Paola Fusco

Alla presenza del Sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, e del Comandante Generale dell’Arma, Gianfrancesco Siazzu, presso la sede della "Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri" di Velletri (Rm), è stato inaugurato l’"Istituto Superiore di Tecniche Investigative" diretto dal Colonnello Enrico Cataldi. Si tratta di un istituto, unico in Italia, voluto dall’Arma per potenziare l’attività investigativa tradizionale, specializzando il personale prioritariamente impegnato nell’attività di polizia giudiziaria sull’utilizzo delle più moderne tecniche di indagine e sull’impiego di tecnologie d’avanguardia. Le materie insegnate sono organizzate in specifici moduli dedicati ai diversi tipi di incarico e strutturati in base alle differenti esigenze di specializzazione. L’approccio didattico è di tipo pratico e mira a trasferire dal "campo" all’aula le esperienze operative della quotidianità maturate dai reparti investigativi di punta dell’Arma. Questa filosofia si riflette sulla scelta di un corpo docente che, oltre a magistrati, professori universitari e professionisti forensi, è costituito, per l’Arma, anche dalle migliori professionalità delle strutture investigative di eccellenza, come le sezioni anticrimine del ROS, i reparti del raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche e i Nuclei Investigativi provinciali maggiormente impegnati sul fronte delle indagini. Il metodo di insegnamento privilegia le esercitazioni tecnico-pratiche, che simulano situazioni reali e sfruttano come ausili didattici le apparecchiature in uso ai reparti operativi dell’Arma. Fra le materie oggetto d’insegnamento particolare attenzione sarà riservata alle tecniche investigative per la localizzazione e la cattura di latitanti, alle indagini patrimoniali, strumento straordinariamente incisivo nella lotta alla criminalità organizzata, all’analisi criminale e anche agli strumenti di cooperazione internazionale di polizia per fronteggiare la crescente transnazionalità dei fenomeni. Il Comandante Generale, nel corso del proprio intervento, ha sottolineato l’importanza che l’Arma attribuisce al progetto “per offrire al Paese uno strumento operativo capace di contrastare, in chiave investigativa e sotto la guida della Magistratura, le crescenti e insidiose sfide del crimine. L’Istitutoha proseguito testimonia l’impegno dell’Arma nella formazione del personale, con l’intento primario di valorizzare l’apporto professionale dell’uomo, la risorsa più importante e preziosa di cui l’Istituzione dispone". Il Comandante Generale ha poi ricordato come "il successo delle indagini dipende dall’equilibrato concorso delle due componenti, quella dell’investigazione tradizionale, fatta di intuito, attenta osservazione, paziente acquisizione di notizie e puntuale verifica delle ipotesi di lavoro, e quella dell’indagine scientifica, che si avvale del continuo progresso della scienza e della tecnica e che richiede altissima specializzazione e costante aggiornamento. Per questo considero l’I.S.T.I. presidio della tradizione e, al tempo stesso, avamposto della modernità." Il Generale Siazzu ha concluso dicendosi convinto che l’Istituto non tarderà a diventare "polo formativo di eccellenza per operatori della polizia giudiziaria. E, a tal fine, si procederà alla rapida elaborazione e codificazione di una organica dottrina delle investigazioni di polizia giudiziaria" per orientare il personale nella gestione delle attività più complesse. "