Carcere di Messina, reparto femminile: scoperto cellulare al settore nido

Roberto Imbastaro
Nel carcere di Messina, durante il controllo di un pacco al settore colloqui, grazie alla meticolosa attività lavorativa dei poliziotti penitenziari è stata rinvenuta una SIM normalmente utilizzata per la telefonia mobile. Quasi immediatamente, grazie alla professionalità della Polizia Penitenziaria di Messina, è scattata una brillante operazione di perquisizione straordinaria al reparto femminile che consentiva il ritrovamento di un telefono cellulare al settore nido, abilmente occultato all’interno di una culla. Quanto avvenuto ci impone di tornare a chiedere al Dipartimento dell’’Amministrazione Penitenziaria interventi concreti. Come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o  altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani. Non a caso, in più occasioni il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, ha richiamato l’attenzione delle Autorità dipartimentali in ordine ad alcune situazioni che con una certa frequenza interessano gli Istituti penitenziari ed in particolare sull’indebito uso di telefoni cellulari e altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti per le comunicazioni con l’esterno. Mi auguro che dopo il ritrovamento del telefono cellulare all’interno di una cella della Sezione femminile del carcere di Messina (addirittura occultato nella culla di un bimbo detenuto con la madre” si faccia concretamente qualcosa per contrastare questo grave fenomeno”.”
E’ quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria.
“Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite”, prosegue il SAPPE, “è ormai indifferibile adottare tutti quegli  interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida  innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo. A nostro avviso appaiono pertanto indispensabili interventi immediati compresa la possibilità di "schermare" gli istituti penitenziari al fine di neutralizzare la possibilità di utilizzo di qualsiasi mezzo di comunicazione non consentito e quella di dotare tutti i reparti di Polizia Penitenziaria di appositi rilevatori di telefoni cellulari per ristabilire serenità lavorativa ed efficienza istituzionale, anche attraverso adeguati ed urgenti stanziamenti finanziari.””