Carcere di Velletri: detenuto aggredisce agente

redazione

Ancora un’ aggressione nel carcere di Velletri. Un agente e’ stato aggredito da un detenuto argentino di 49 anni, con reati di violenza sessuale e sequestro di persona, al rientro dall’ ora d’ aria. Lo comunica il sindacato di Polizia penitenziaria Sappe. L’ agente, colpito al volto, e’ stato portato in ospedale, all’ Umberto I di Roma, dove e’ rimasto fino a tarda sera.
” Riteniamo che la misura sia ormai colma – rileva in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe – non e’ piu’ possibile tollerare queste continue aggressioni, ad opera di detenuti che rifiutano le regole minime di sicurezza ed ordine." Capece annuncia che tornera’ a chiedere al ministro della Giustizia, Paola Severino, ‘ di stoppare sul nascere un provvedimento tanto pericoloso quanto inutile come la circolare voluta da Giovanni Tamburino, Capo dell’ Amministrazione Penitenziaria, con cui si propongono ai provveditori regionali una serie di misure per alleggerire l’ emergenza carceraria’".
Il Sappe giudica infatti ‘ fumo negli occhi’ alcune ipotesi previste dalla circolare: un regime penitenziario aperto; sezioni detentive sostanzialmente autogestite da detenuti previa sottoscrizione di un patto di responsabilita’ favorendo un depotenziamento del ruolo di vigilanza della Polizia Penitenziaria, relegata ad un servizio di vigilanza dinamica, che vuol dire porre in capo ad un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o piu’ agenti, a tutto discapito della sicurezza e mantenendo la fattispecie penale della colpa del custode’. "La realta’ – ricorda Capece – e’ che nelle carceri ci sono 45mila posti letto e nelle celle sono invece stipate 67mila persone; che la Polizia penitenziaria ha 7mila agenti in meno, che non fa formazione e aggiornamento professionale perche’ l’ Amministrazione evidentemente ha altro a cui pensare; che le aggressioni ai poliziotti, le risse, i suicidi ed i tentati suicidi, gli atti di autolesionismo – conclude – sono ormai la costante quotidianita’".