“Registriamo, nelle ultime 24 ore, altri preoccupanti segnali di tensione nelle carceri penitenziarie. Segnaliamo infatti a Milano Bollate l’ennesimo episodio di aggressione di una detenuta contro una unità di Polizia Penitenziaria femminile, che è dovuta ricorrere alle cure presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano. A Torino, un detenuto italiano che ha tentato il suicidio è stato salvato in tempo dai poliziotti penitenziari ed è ora ricoverato in ospedale. E in questi primi pochi giorni del 2012 ci sono state 2 evasioni (dai penitenziari di Pisa e Roma Regina Coeli); agenti aggrediti a Foggia, Saluzzo, Lucca, Porto Azzurro, Bologna, due risse a Como ed una nel minorile di Firenze (con sei agenti intossicati); suicidi tentati e sventati dai Baschi Azzurri a Torino, Como, Potenza, Porto Azzurro, Foggia; e purtroppo anche morti suicidi, a Genova, Firenze ed Augusta. Questi gravi episodi devono fare seriamente riflettere sulle evidente problematiche del sistema, rispetto alle quali è assolutamente necessario una riforma organica e strutturale. Ma la sistematica periodicità con cui avvengono impone una ferma presa di posizione, che allo stato manca. Per questo abbiamo proclamato lo stato d’agitazione del Corpo di Polizia Penitenziaria: perché non può certo ricadere solo ed esclusivamente sulle donne e gli uomini del Corpo l’incapacità politica e quella istituzionale del Dap a fare fronte alle criticità ed alle problematiche del carcere in Italia”.Lo dichiara Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, commentando gli ultimi eventi critici che si sono verificati negli istituti penitenziari di Milano Bollate e Torino.Il SAPPE sottolinea che “nel 2010, nelle sovraffollate carceri italiane, i detenuti hanno posto in essere 5.703 atti di autolesionismo (263 dei quali da donne ristrette) e 1.137 tentativi di suicidio. Le morti per cause naturali in carcere sono state 108 e 55 i suicidi. 3.039 sono stati i ferimenti. La manifestazioni di protesta individuali hanno visto 6.626 detenuti fare nel corso dell’anno lo sciopero della fame, 1.553 rifiutare il vitto, 1.289 detenuti coinvolti in proteste violente con danneggiamento o incendio di beni dell’Amministrazione penitenziaria. 15 sono state le evasioni da penitenziari, 41 a seguito di mancato rientro in carcere dopo aver fruito di permessi di necessità e di permessi premio, 3 i detenuti che non sono rientrati da lavoro all’esterno e 12 dalla semilibertà: più alto il numero degli internati evasi, 68. Capitolo a parte, infine, lo hanno le manifestazioni di protesta collettive sulla situazione di sovraffollamento delle carceri e sulle critiche condizioni intramurarie che si sono tenute nel 2010: 27 le proteste a seguito delle quali 550 soggetti hanno fatto lo sciopero della fame, 125 quelle con rifiuto del vitto cui hanno partecipato 14.632 ristretti, ben 180 la percussione rumorosa sui cancelli e le inferriate delle celle (la cosiddetta ‘battitura’) con 36.641 detenuti coinvolti. “Capece torna a proporre con urgenza un nuovo ruolo per l’esecuzione della pena in Italia, che preveda circuiti penitenziari differenziati ed un maggiore ricorso alle misure alternative, e sottolinea l’importante ruolo svolto quotidiano dai Baschi Azzurri del Corpo: “E’ nostro dovere far conoscere il duro, difficile e delicato lavoro che quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria svolgono con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità nelle carceri italiane. Nonostante le aggressioni subite, le risse, i continui suicidi sventati. Proclamare lo stato di agitazione della categoria, prevedendo manifestazioni di protesta e il coinvolgimento anche delle istituzioni locali che vedono sul proprio territorio la presenza del carcere, è il minimo che il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, possa fare per scuotere le coscienze assopite della politica e del Dap”.