Carceri: aggressione nella Casa Circondariale Messina

Roberto Imbastaro

Ieri 23 gennaio 2012 un assistente di Polizia Penitenziaria è stato improvvisamente aggredito da un detenuto ristretto al cosiddetto “Reparto Medicina” del carcere di Messina.

Il collega, nel pieno svolgimento delle proprie mansioni, nel chiudere una cella, è stato improvvisamente e letteralmente preso per il collo, col chiaro tentativo di strangolarlo. Solo la prontezza di riflessi ha consentito all’assistente di svincolarsi ed evitare il peggio, ma che non ha impedito, purtroppo, la necessità delle cure del pronto soccorso del vicino policlinico, ove appunto sono  state riscontrate delle “lesioni a livello della regione laterale del collo da tentativo di strangolamento”  e “contusione spalla SX con ematoma”.

Tutto ciò, rientra in un’escalation di eventi critici che oltre a destabilizzare ordine, sicurezza e disciplina, comportano anche delle conseguenze al personale sia sul piano fisico che psichico, in quanto, oltre a dover espletare l’attività lavorativa in condizioni critiche e disagiate, vi è la conseguenza sul lato umano, con ripercussioni anche nel contesto familiare ed affettivo.

Si pensi che solo qualche giorno fa, nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, un internato ha aggredito un Ispettore di Polizia Penitenziaria, strappandogli  letteralmente con un morso la falange del dito mano destra!Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE esprime piena solidarietà al collega aggredito a Messina.

Contestualmente, giova ricordare come negli ultimi anni il SAPPE abbia particolarmente monitorato la Casa Circondariale di Messina, ricevendo il più totale ed assordante silenzio da parte degli organi competenti per risolvere alcune tematiche, in particolar modo un sovraffollamento di detenuti che attualmente supera i 400 presenti, ovvero il doppio della capienza regolamentare.

Ma ancora più grave è la carenza di personale di Polizia Penitenziaria, più volte denunciata a tutti i livelli ed anche attraverso manifestazioni, ma che a nulla sono valse. Il personale è particolarmente stressato pur di garantire livelli minimi di sicurezza. Non dimentichiamo che alla Casa Circondariale di Messina vi è una carenza di uomini di oltre 100 unità; a queste si aggiungono ulteriori 23 unità necessarie per l’apertura del reparto detentivo presso l’azienda ospedaliera "Papardo" di Messina, a tutt’oggi chiuso proprio per la "DIFFIDA all’apertura" che dovrà avvenire solo ed esclusivamente dopo l’invio di adeguato numero di personale. L’occasione è propizia per denunciare ancora una volta la circostanza  che il DAP, tra l’anno 2006 e 2007 aveva previsto, con apposite lettere circolari, l’invio di 32 unità in totale presso la Casa Circondariale di Messina.

Unità che misteriosamente non sono mai pervenute e di contro si sono avute almeno dieci unità poste in quiescenza.Le esigenze della Casa Circondariale di Messina non possono più essere rinviate, pertanto è stato chiesto dal SAPPE al Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sicilia Maurizio Veneziano un concreto intervento che garantisca un adeguato sfollamento di detenuti, con priorità proprio per i soggetti che destabilizzano il buon andamento dell’Istituto, per il quale non è tollerabile una loro permanenza allor quando si rendono protagonisti di simili episodi.Altresì, è risaputo che quotidianamente giungono richieste al Prap di integrazione di unità per poter garantire le traduzioni dei ristretti nei vari Palazzi di Giustizia, quindi con dispendio di risorse economiche e che comunque non sono mai sufficienti per poter garantire tutta la movimentazione del Nucleo Provinciale.

Naturale conseguenza è il dover distogliere sistematicamente personale dal servizio interno dell’istituto, creando quindi malcontento e soprattutto livelli di sicurezza davvero minimi. Tra l’altro, a distanza di mesi, non si hanno ancora notizie sulla richiesta di disponibilità, in ambito regionale, di personale di Polizia Penitenziaria interessato ad essere distaccato presso il penitenziario messinese.

Pertanto, è necessario un autorevole intervento del Provveditore Veneziano  affinchè si possa prevedere l’invio di un adeguato numero di unità di Polizia Penitenziaria che garantisca migliori condizioni lavorative e soprattutto la tanto invocata sicurezza, e consentire anche la riapertura del Reparto detentivo presso l’ospedale Papardo di Messina sul quale, si ribadisce e si riconferma, la DIFFIDA alla riapertura nei confronti della Direzione.