Carceri come postriboli? Nei decreti sulla riforma dell’ordinamento penitenziario anche l’affettività in cella

redazione

“Abbiamo appreso, dai social network, che il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha inviato al Garante dei Detenuti i decreti sulla riforma dell’Ordinamento penitenziario, previsti nella legge che ha introdotto modifiche al codice penale ed a quello di procedura penale. Va rilevato che il Guardasigilli non ha ritenuto opportuno trasmetterli anche alle Organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, che rappresentano coloro che lavorano nella prima linea delle carceri e che, direttamente e indirettamente, saranno interessati dalle modifiche previste. Un segno tangibile del rispetto che Orlando, che pure ha alle spalle una storia politica di sinistra, ha per i poliziotti penitenziari e chi li rappresenta… E mentre il Ministro della Giustizia pensa a modificare l’Ordinamento penitenziario, introducendo anche l’affettività ed il sesso in cella per i detenuti, le carceri scoppiano con quasi 58mila detenuti presenti a sancire il fallimento di tutte le leggi svuota carceri, con continue risse, aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro gli Agenti, con le evasioni e i penitenziari senza direttori, educatori, assistenti sociali. L’ennesima conferma della distanza siderale tra Paese reale e Paese legale…”.
Lo afferma Donato Capece, segretario generale del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Ciclicamente si tirava fuori la sciagurata ipotesi di destinare stanze o celle per favorire il sesso ai detenuti: ora il Governo Gentiloni con il Ministro alla Giustizia Orlando lo hanno previsto per legge! E tengono le carte nascoste ai Sindacati sulla riforma dell’Ordinamento penitenziario perché evidentemente anche altre saranno le sorprese in un settore, quello penitenziario, che sta implodendo per il continuo verificarsi di eventi critici, cresciuti in maniera esponenziale con la vigilanza dinamica ed il regime aperto delle celle”, prosegue. “Noi ribadiamo con fermezza quello che diciamo da tempo: per il SAPPE i nostri penitenziari non possono e non devono diventare postriboli e hli Agenti di Polizia Penitenziaria non devono diventare ‘guardoni di Stato”.
“Introdurre il sesso in carcere per i detenuti è una scelta inutile e demagogica. Si introduca piuttosto il principio di favorire il ricorso alla concessione di permessi premio a quei detenuti che in carcere si comportano bene, che non si rendono cioè protagonisti di eventi critici, che non commettono aggressioni e risse, e che durante la detenzione lavorano e seguano percorsi concreti di rieducazione. E allora, una volta fuori, potranno esprimere l’affettività come meglio credono”, aggiunge Capece.
Per Capece e il SAPPE altri sono gli interventi urgenti per fronteggiare la costante situazione di tensione che si vive nelle carceri italiane: “Le carceri sono ad alta tensione: specie e soprattutto per gli Agenti di Polizia Penitenziaria, sempre più al centro di violenze assurde e ingiustificate, rispetto alle quali il Ministero della Giustizia non adotta alcun provvedimento a nostra tutela. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Ci si occupi di questo: altro che nascondere ai Sindacati della Polizia Penitenziaria la riforma dell’Ordinamento penitenziario o introdurre per legge il sesso in carcere”.