Carceri del Triveneto ancora al centro di tensioni e destabilizzazione

redazione

Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, sarà in visita nelle carceri di Trieste, Trento e Padova da lunedì 8 aprile prossimo.
“La situazione penitenziaria di Friuli Venezia Giulia e Veneto ci preoccupa”,spiega Capece, che guiderà la delegazione del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria di cui faranno parte anche il Segretario Nazionale SAPPE del Triveneto Giovanni Vona e il Segretario Regionale del Friuli VG Giovanni Altomare. “Lunedì pomeriggio saremo nel carcere di Trieste, in cui il 31 marzo scorso erano presenti 215 detenuti rispetto ai circa 140 posti letto regolamentari. Detenuti che spesso presentano una grave patologia psichiatrica e che per il 60% sono stranieri, con evidenti problemi di comunicazione ed interazione. In questo contesto è eroico il comportamento in servizio dei nostri poliziotti penitenziari, che lavorano con grande abnegazione in un contesto assai complicato”.
Il SAPPE ricorda che nel carcere giuliano si sono verificati, nell’interno anno 2017, i seguenti eventi critici: 2 suicidi, 47 atti di autolesionismo, 37 colluttazioni e 6 ferimenti. Una situazione particolarmente complicata in una regionale, come il Friuli Venezia Giulia, sono oggi complessivamente detenute 675 persone rispetto ai circa 450 posti letto regolamentari.
Alla visita nei posti di servizio del carcere di Trieste seguirà l’assemblea con il personale di Polizia Penitenziaria. Il 9 aprile il SAPPE nel carcere di Trento ed il 10 in quello di Padova Due Palazzi, mentre giovedì 11 aprile si terrà, sempre nella città patavina, il congresso regionale dei quadri del Veneto.
Commenta, infine, Capece: “Per fortuna delle Istituzioni, le donne della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma non si può ritardare ulteriormente la necessità di adottare urgenti provvedimenti per non lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia la gestione delle criticità carcerarie”.