Carceri: detenuto in semilibertà evade da Solliccianino

Roberto Imbastaro

Sarebbe dovuto rientrare ieri sera nel carcere di Firenze Mario Gozzini (Solliccianino, dove nella mattinata un altro si era suicidato in cella) e cinvece non si è presentato. E’ evaso così un detenuto dal penitenziario fiorentino.

A suo carico e’

stata diffusa una nota di ricerca. L’evasione per il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, in questo caso "Rientra purtroppo tra gli eventi critici che possono accadere – ha commentato – Sarebbe dovuto rientrare ieri sera in carcere, ma non si è presentato. Questo non deve certo inficiare l’istituto della concessione di permessi ai detenuti, anche perche’ gli episodi di evasione sono minimi, ma è evidente che c’e’ sempre qualcuno che se ne approfitta: nel 2010 sono state complessivamente 15 le evasioni dalle carceri italiane, 38 i mancati rientri, come in questo caso, dopo aver fruito di permessi premio e 12 dalla semilibertà".

Capece sottolinea

come proprio oggi il SAPPE abbia sollecitato un incontro con il neo ministro della Giustizia Paola Severino per un confronto sugli interventi del Ministro e del Governo in grado di risolvere le criticità penitenziarie.

"L’allarmante dato di 67mila detenuti che

sovraffollano le carceri italiane, la cui capienza regolamentare è pari a poco più di 44mila posti – dice il sindacalista della Penitenziaria – impone l’adozione di provvedimenti urgenti, come pure ha chiesto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nelle scorse settimane. Ein questo senso va nella direzione giusta il Decreto Legge attualmente in discussione al Senato. Non si dimentichi che oltre il 40 per cento dei detenuti è in attesa di una sentenza definitiva, quindi in attesa di giudizio. Noi ci appelliamo ai ministri dell’Interno Cancellieri e della Giustizia Severino perchè riprendano dai cassetti in cui inspiegabilmente è stato riposto da sinistre mani maldestre quello schema di decreto interministeriale finalizzato a disciplinare il progetto che prevede l’utilizzo della Polizia Penitenziaria all’interno degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe) nel contesto di un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione."

"Per molti mesi – conclude Capece –

abbiamo discusso con l’Amministrazione penitenziaria la bozza del decreto interministeriale Giustizia-Interno, ma inspiegabilmente quel decreto si è arenato in chissà quali meandri pur potendo costituire un importante tassello nell’ottica di una riforma organica del sistema penitenziario e giudiziario italiano".