Carceri: diminuito impercittibilmente numero detenuti

Roberto Imbastaro

Erano 66.973 il 31 gennaio scorso ed ora sono 66.632: è il numero dei detenuti presenti nelle oltre 205 carceri italiane.“Si tratta di una impercettibile flessione: il dato è che ci sono in carcere 21mila persone detenute oltre la capienza regolamentare delle strutture e che più del 40% dei presenti sono in attesa di un giudizio definitivo. Purtroppo in netta controtendenza è la situazione della Liguria. Qui, i detenuti presenti il 31 gennaio 2012 erano 1.710. Un mese dopo, il 29 febbraio scorso, erano 1.824  rispetto ai 1.088 posti regolamentari nelle 7 Case circondariali liguri. E questo va tutto a discapito del duro, delicato e difficile lavoro che i poliziotti penitenziari in servizio in Regione svolgono encomiabilmente ogni giorno.

Si tenga anche conto che, sempre in Liguria, quasi 800 persone scontano una pena in area penale esterna, ammessi cioè a misure alternative alla detenzione, a misure di sicurezza, a sanzioni sostitutive del carcere.”

Lo dichiara Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando il rapporto mensile sulla popolazione detenuta riferito al 29 febbraio scorso.


“Oggi noi abbiamo a Chiavari 93 detenuti per 78 posti letto, a Marassi 817 per 456 posti regolamentari, a Pontedecimo 188 persone per 96 posti, a Imperia 116 per 69 posti, a Spezia 211 rispetto ai 144 posti, a Sanremo 325 per 209 posti ed a Savona 74 detenuti per 36 posti letto. Pochissimi sono coloro usciti dalle celle per la legge sulla detenzione domiciliare: solo in 168” prosegue Martinelli.

“E’ del tutto evidente che scontare la pena fuori dal carcere, per coloro che hanno commesso reati di minore gravità, ha una fondamentale funzione anche sociale. Si deve infatti avere il coraggio e l’onestà politica ed intellettuale di riconoscere i dati statistici e gli studi Universitari indipendenti su come il ricorso alle misure alternative e politiche di serio reinserimento delle persone detenute attraverso il lavoro siano l’unico strumento valido, efficace, sicuro ed economicamente vantaggioso per attuare il tanto citato quanto non applicato articolo 27 della nostra Costituzione. Non a caso nei giorni scorsi il SAPPE ha incontrato il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini proprio per chiedergli di sostenere il progetto di legge del ministro della Giustizia Paolo Severino sulla depenalizzazione dei reati minori e, soprattutto, sulla messa alla prova: istituto, quest’ultimo, che ha dato ottimi risultati nel settore minorile e che potrebbe essere altrettanto utili negli adulti, atteso che consentirebbe di espiare in affidamento al lavoro all’esterno le condanne fino a quattro anni di reclusione.

Ma altrettanto evidente è che si deve potenziare il ruolo della Polizia Penitenziaria incardinandolo negli Uffici per l’esecuzione penale esterna per svolgere in via prioritaria rispetto alle altre forze di Polizia la verifica del rispetto degli obblighi di presenza che sono imposti alle persone ammesse alle misure alternative della detenzione domiciliare e dell’affidamento in prova. Il controllo sulle pene eseguite all’esterno, oltre che qualificare il ruolo della Polizia Penitenziaria, potrà avere quale conseguenza il recupero di efficacia dei controlli sulle misure alternative alla detenzione. “